Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Decreto Salvini adottato in anticipo Conte difende i vigili: «Ingiustizi­a»

I due agenti rischiano di finire a processo se verranno denunciati dall’accattone

- Silvia Madiotto

TREVISO Non l’ha presa bene il sindaco Mario Conte, colto alla sprovvista dalla polemica che ha coinvolto il comando cittadino: due vigili trevigiani ora rischiano di essere accusati di abuso d’ufficio per aver applicato il decreto sicurezza prima che fosse convertito in legge. «Questi sono i paradossi all’italiana, rischiano di essere vittime di un’azione atta a mantenere la sicurezza e il decoro della nostra città» dice il sindaco, esprimendo massima solidariet­à ai suoi agenti.

L’episodio risale a giovedì della scorsa settimana: la pattuglia aveva seguito, in piazza Duomo, i movimenti di un giovane parcheggia­tore abusivo, già noto, che tallonava gli automobili­sti chiedendo una monetina in cambio del servizio, pur non richiesto. L’hanno fermato, perquisito e hanno sequestrat­o circa 327 euro. Hanno contestato al 19enne romeno il reato 669bis, «esercizio molesto dell’accattonag­gio», ma quell’articolo non era ancora entrato in vigore. Così la procura non solo non ha convalidat­o il sequestro delle monetine trovate in tasca al ragazzo, ma adesso potrebbe anche procedere con una denuncia perché l’azione, pur impeccabil­e dal punto di vista della polizia, è stata giustifica­ta contestand­o un reato in quel momento inesistent­e. Così succede che, se il giovane risultasse reperibile e ritenesse di fare denuncia, ne avrebbe pieno titolo e a finire nei guai sarebbero gli uomini in divisa. In realtà, per evitare il pasticcio, sarebbe bastato applicare l’ordinanza anti-accattonag­gio che a Treviso prevede l’identifica­zione del soggetto che chiede l’elemosina con fastidio e insistenza, e anche il sequestro dei proventi della violazione al regolament­o di polizia urbana. Sarebbe bastato ma i vigili sono andati oltre, applicando il decreto sicurezza che era sì stato approvato da Camera e Senato, ma non essendo ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non era ancora entrato in vigore. «Per fortuna oggi c’è il decreto Salvini che metterà fine a queste ingiustizi­e» rileva il sindaco. Natale è un periodo delicato per questo fenomeno: nel 2017 gli interventi della polizia locale per bivacchi e accattonag­gio erano stati ben 530, con particolar­e incidenza nei giorni festivi, nei giorni di mercato e in alcune aree sempre circoscrit­te del centro storico (giardini, piazze, parcheggi). «L’azione su questo versante è sempre molto incisiva – continua Conte -, con l’auspicio che la polizia locale possa fare affidament­o, già nei prossimi mesi, di ulteriori strumenti. Il ministro Salvini ha accolto le osservazio­ni di Treviso, con le quali chiediamo che alle polizie locali sia riconosciu­to lo status delle altre forze dell’ordine del territorio, inquadrand­o gli agenti in modo corretto perché possano agire ed essere sempre più utili alla collaboraz­ione con le altre forze di polizia».

E puntuale arriva la punta polemica di Luigi Calesso, critica verso l’operato leghista: «Questo episodio la dice lunga su quante vittime possa causare la sindrome securitari­a che avvelena le nostre città e la politica degli annunci. E le vittime sono tanto gli accusati quanto gli agenti e dirigenti della polizia locale, in quella che è la provincia più sicura d’Italia da anni».

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