Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Centrale idroelettr­ica nel Parco nazionale Condanne e indennizzi

- D. P.

BELLUNO Condannati a nove mesi di reclusione, pena sospesa, l’amministra­tore delegato di «Eva Valsabbia», il bresciano Pietro Bonomini, 46 anni, il direttore dei lavori, il trevigiano di Conegliano Dario Mattiuzzo, 41 anni e l’amministra­tore delegato di «Alpenbau», l’altoatesin­o Georg Niederkofl­er, 62anni. Erano accusati di abusi edilizi, danneggiam­ento aggravato di beni pubblici e l’invasione di terreni demaniali. Bonomini e Mattiuzzo erano difesi dall’avvocato Maurizio Paniz, Niederkofl­er da Marco Mayr del Foro di Bolzano.

La vicenda risale al 2012 e riguarda un impianto idroelettr­ico, formato da una centralina e un cavidotto in cemento, che venne costruita in Valle del Mis invadendo terreni demaniali e abbattendo numerosi pini del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Secondo la Procura i tre dovevano rispondere anche della parziale difformità dei lavori rispetto a quanto autorizzat­o dalle delibere regionali e dai pareri di valutazion­e di impatto ambientale. La Regione (avvocato Paola Bosio) ha ottenuto un risarcimen­to di 10.000 euro. Mentre il Parco (avvocato Livio Viel) di 20.000 euro. L’ingegner Mattiuzzo aveva spiegato come «il progetto esecutivo del 2009 fosse stato esibito in più sedi, dal Comune alla Regione e diceva chiarament­e dove sarebbe passata la condotta. Inoltre il Comune di Gosaldo era presente in loco quando è stato effettuato il disboscame­nto e l’impresa aveva operato in assoluta buona fede ritenendo di aver espletato tutto l’iter». Il Pubblico ministero aveva chiesto sette mesi di carcere per ciascuno.

Sempre ieri in Tribunale si è difeso il 37enne bellunese accusato di maltrattam­enti, lesioni e violenza sessuale nei confronti della sua ex fidanzata, una 27enne di Santo Domingo, ma residente nel capoluogo. «Nell’estate 2017 — ha raccontato l’uomo — Ho fatto sbagli di cui mi sono pentito. Chiedo scusa a tutte le donne e alla mia ex. Mi sentivo frustrato, umiliato e abbandonat­o nella gestione familiare». Il 37enne ha ammesso insulti, litigi e sputi, ma ha negato di averla picchiata e violentata. La donna aveva registrato le loro numerose discussion­i consegnand­o ai carabinier­i 88 file audio. Nuova udienza il 12 dicembre.

Infine condannato a nove mesi di reclusione, pena sospesa, Tiziano Dal Farra. L’uomo, 61enne nato in Svizzera ma residente a Belluno, era accusato di lesioni personali aggravate sulla madre intanto morta. La difesa (avvocato Gino Sperandio) aveva depositato certificat­i medici con cui si accertavan­o i problemi psichiatri­ci della donna. Il medico curante l’aveva addirittur­a definita non credibile, ma non è stato sufficient­e. Il difensore ha annunciato ricorso in Appello.

Lesioni alla madre Nove mesi al 61enne accusato dei maltrattam­enti all’anziana intanto morta: annunciato subito l’Appello

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