Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Via la targa dal monumento ai caduti Guerra al Tar tra Artiglieri e Comune Preganziol, l’associazione si è opposta alla richiesta di togliere i nomi del direttivo
PREGANZIOL Gli artiglieri dichiarano guerra al Comune di Preganziol. Non lo fanno imbracciando armi da fuoco e mortai che sono la specialità del corpo militare, per carità, ma con un semplice ricorso al tribunale amministrativo regionale che porterà il municipio davanti ai giudici per dirimere una questione che in paese tiene banco, tra mille polemiche, dal 2012.
Ma andiamo con ordine: sei anni fa, in piazza Santa Barbara a Preganziol, sul monumento ai caduti, viene affissa una targa dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, in omaggio ai propri caduti. La lapide di marmo negli anni è diventata motivo di scontro, sempre più acceso, tra il Comune e l’associazione d’Arma. Colpo dopo colpo la battaglia è destinata a finire al Tar di Venezia al quale nei mesi scorsi si è rivolto Gaetano Balbo, il presidente degli Artiglieri. Balbo ha presentato ricorso contro la comunicazione con la quale, il sindaco Paolo Galeano, stabilisce che parte della targa vada rimossa, e cioè quella che riporta i nomi di chi l’ha affissa.
La lapide contestata è nota a tutti in paese per la sua vicenda complessa, affissa al monumento dedicato ai caComune, duti nel 2012, nel 2017 è stata oggetto anche di un atto di vandalismo a colpi di piccone. Motivo del contendere non è la targa in sé, ma sono proprio i dieci nomi di coloro che l’hanno apposta e cioè quelli dei membri dell’attuale direttivo dell’associazione, quindi di persone tuttora in vita, che sono stampati a imperitura memoria sulla lapide stessa. E’ questo che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Ed è per questo che il sulla base di varie sollecitazioni dei cittadini, ha chiesto alla Prefettura di giudicarne l’opportunità. Cosa che l’ente di governo ha fatto per ben due volte, la prima nel 2015 quando, senza entrare compiutamente nella questione, ha stabilito che non si ravvedevano problemi. La seconda però, due anni dopo quando gli uffici prefettizi prima, e la sovrintendenza ai beni ambientali poi, hanno messo nero su bianco il parere negativo alla presenza della targa con i nomi, giudicata «non opportuna». Sulla base di quel parere, il sindaco ha preso carta e penna e ha scritto all’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, sezione di Preganziol, invitandoli a rimuovere i nomi dei membri del direttivo dalla lapide. Ma la risposta dell’associazione Artiglieri è stata dare mandato agli avvocati Diego Casonato e Luigi Garofalo di depositare il ricorso al Tar. «Speravo bastasse appellarsi al buon senso per ricomporre questa situazione penosa – spiega il sindaco Galeano -. Invece vedo che la voglia di protagonismo, ancora una volta, prevale e mi dispiace molto che, per questo siamo costretti ad affrontare una causa in tribunale». Il sindaco è comunque sereno sull’esito del ricorso: «Il Tar si pronuncia su provvedimenti amministrativi – conclude -. Io però, non ho emesso alcuna ordinanza in merito targa, ma ho solo inviato una lettera che rientra nelle comunicazioni del sindaco. Sulle quali il tribunale non ha competenza ed è questo che l’avvocatura dello Stato che ci assiste, sosterrà fin dalla prima udienza».