Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Impugnata la norma sugli ex delle Province Forcolin: va bene così
VENEZIA «Impugnazione tecnica». Questa la risposta del ministro per gli Affari regionali, la leghista vicentina Erika Stefani, alle polemiche suscitate dalla decisione del governo di impugnare la legge regionale che armonizzava gli stipendi dei 400 ex dipendenti provinciali assorbiti in Regione Veneto a quelli degli altri 2400 dipendenti regionali. Insomma, un caso di «fuoco amico» da parte del consiglio dei ministri che, a giorni, dovrebbe essere impegnato con le battute finali della partita sull’autonomia. In capo, per altro, sempre al ministro Stefani. Piuttosto un fuoco di paglia secondo Stefani che spiega di come mancasse all’appello un Dpcm, un decreto della presidenza del consiglio dei ministri, previsto dalla legge di stabilità dello scorso anno per chiudere il cerchio sulle retribuzioni degli ex provinciali. E il Dpcm in questione è approdato in conferenza unificata lo scorso 22 novembre e resta in attesa di approvazione definitiva. «E speriamo arrivi entro l’anno altrimenti salta tutto» puntualizza Daniele Giordano, della Funzione pubblica Cgil. «È tutto già risolto taglia corto il vicepresidente regionale Gianluca Forcolin - si è semplicemente trattato di un accavallamento di provvedimenti, Ho sentito il ministro e il Dpcm supera la legge regionale stabilendo gli stessi criteri. Noi siamo stati i primi fra le regioni italiane, ma ora che è tutto risolto non ci opporremo all’impugnazione». E ieri mattina lo stesso governatore disinnescava la «bomba»: «Per carità, non si può andar d’accordo su tutto, ma immagino sia una impugnativa squisitamente tecnica». In giornata il consigliere del Pd in consiglio regionale, Graziano Azzalin aveva attaccato: «Non è che il ministro Stefani sia un’infiltrata?». Intanto, ieri, si è nuovamente riunita la Conferenza permanente Regione Autonomie locali sul tema dell’Autonomia del Veneto, con la partecipazione dello stesso Zaia e la convocazione della sola Anci.