Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Django sfida Conte: «Restiamo qui»
Treviso, sale la tensione tra centro sociale e amministrazione leghista dopo le multe
TREVISO Sale la tensione tra il Django e il sindaco Mario Conte dopo le multe elevate dai vigili per una serie di irregolarità all’interno della porzione di caserma Piave gestita dagli Ztl. Gli attivisti annunciano che non pagheranno le multe: «Faremo ricorso e martedì sera faremo una serata pubblica per difendere l’esperienza di questi quattro anni di centro sociale. Sfidiamo il sindaco a vietarcelo». Secca la risposta di Conte: «Devono pagare come tutti».
TREVISO Il braccio di ferro fra il Django e il sindaco Mario Conte continua: «Non pagheremo, faremo ricorso contro le sanzioni del Comune, e martedì sera abbiamo organizzato una serata pubblica per difendere l’esperienza di questi quattro anni di centro sociale, un momento di democrazia e dibattito. Sfidiamo il sindaco a vietarcelo».
Gli attivisti di Ztl ieri mattina erano tutti all’ex caserma Piave a difendere il loro progetto, passato da occupazione a rigenerazione urbana ma fortemente contrastato dalla nuova amministrazione di centrodestra. Si aspettavano, certo, che la battaglia sarebbe iniziata presto con la Lega che ha preso potere a Ca’ Sugana, ma sono stati colti alla sprovvista da un blitz della polizia locale che si è trasformato in ventimila euro di multe cumulate su diverse violazioni, dall’assenza di uscite di sicurezza alle mancanze fiscali, «e perfino il cartello vietato fumare perché era scritto a penna». L’amministrazione impugna la convenzione e le carenze normative, Ztl contrattacca. «Paragonarci ai locali pubblici o agli eventi nelle piazze è pretestuoso, il Django ha una funzione sociale e sopperisce alle carenze del Comune – dice Gaia Righetto -, il sindaco sta volutamente andando allo scontro ma non dovrebbero essere queste le priorità dell’amministrazione. Si impegnino concretamente nei temi importanti piuttosto». Il centro sociale è uno dei soggetti (il principale) che hanno sottoscritto una convenzione per l’uso della Piave con l’ex giunta di centrosinistra. «Abbiamo già fatto molto per mettere a norma gli spazi, investendo risorse e manodopera di volontari – aggiunge Nicola Vendraminetto -. Come previsto dalla convenzione, la rigenerazione passa attraverso l’autofinanziamento. È il sindaco a doverla rispettare. Le multe sottraggono soldi alle attività. Il Django non ha mai chiuso in questi anni, neanche quando ci minacciavano di sgomberare, non succederà adesso».
Il concerto di ieri sera è stato cancellato ma da lì non si muoveranno. Gli attivisti avvertono che non sarà la nuova maggioranza di centrodestra a farli uscire. Ci sono dei servizi da garantire, spiegano: il dormitorio Caminantes ha accolto in tre anni centinaia di persone per offrire un tetto e un pasto caldo (i posti letto sono 9, a rotazione, ma il progetto è in evoluzione), il laboratorio Talking Hands ha dato la possibilità di imparare un mestiere a decine di profughi accolti a Treviso, il mercatino Genuino Clandestino dà una vetrina ai produttori agricoli.
Il sindaco però tiene duro sulle sanzioni: «I rapporti dell’amministrazione sono con Open Piave e ben delimitati dalla convenzione, con regole scritte e condivise, e io mi attengo a quella, se non sarà rispettata sarà rescissa – risponde Mario Conte -. Delle loro sfide me ne frego, mi occupo d’altro. La presidente dell’associazione risponderà per ciò che sta succedendo e per le violazioni, quanto non previsto sarà sanzionato, come vale per tutti a Treviso. Non capisco perché quello che succede all’interno della Piave dovrebbe essere trattato diversamente».