Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Aereo inabissato a Los Roques, servono 2 milioni per il recupero
VENEZIA «Lo Stato deve aiutarci perché sappiamo che l’aereo è lì, a 970 metri di profondità». Romolo Guenieri è un uomo in lotta da dieci anni. Da quando, il 4 gennaio del 2008, precipitò il velivolo sul quale viaggiavano sua figlia Bruna, il marito Paolo Durante e le loro figlie Emma e Sofia, che abitavano a Ponzano Veneto e stavano andando in vacanza. I loro corpi (e quelli di altri quattro italiani) giacciono ancora nel mare delle isole di Los Roques, in Venezuela. Nel giugno del 2013 la carcassa venne individuata: intatta, probabilmente ancora con all’interno il suo carico di morti. Da allora però non è mai stato neppure tentato un recupero. «L’Italia ha sottoscrit-to una convenzione con il Venezuela - spiega l’avvocato Antonio La Scala - per dividere le spese per l’operazione che consentirebbe di riportare in superfice il relitto: tre milioni di euro per ciascuno dei due Paesi. Ma, forse per i noti problemi del Venezuela, nulla è stato fatto».
Ora c’è un nuovo piano che consentirebbe di sbloccare la situazione: una società americana è pronta a effettuare il recupero con una spesa di «appena» due milioni di euro. Nelle scorse settimane l’avvocato La Scala ha scritto al ministro per le politiche regionali Erika Stefani, chiedendo un intervento. Fonti vicine al ministro assicurano che qualcosa si sta muovendo e che Stefani segue con attenzione il caso.
Non è l’unica autorità dello Stato a essere in contatto con i familiari delle vittime. due settimane fa la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha incontrato Romolo Guernieri a Mestre. Ne è seguita una lettera, sempre del nonno delle piccole Emma e Sofia Durante, nella quale si ribadisce la possibilità di recuperare l’aereo adagiato sul fondale con una spesa più che dimezzata rispetto al precedente preventivo. «Le chiedo un suo interessamento - si legge - per avere un incontro con il segretario generale del ministero degli Affari esteri, Elisabetta Belloni, per poter approfondire questa possibilità e proporre una collaborazione con il Venezuela».
Anche la presidente del Senato si sarebbe già dimostrata sensibile alla vicenda. È importante perché l’unica speranza che ha Guernieri di recuperare i poveri resti della figlia, delle nipotine e del genero, sono affidate allo Stato. Per questo anche ieri, a Roma, ha lanciato un appello: «Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ripete in continuazione “prima gli italiani”. Ebbene, anche i nostri cari sono italiani. Eppure sono stati dimenticati. Due settimane fa abbiamo incontrato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ci ha chiesto di inviarle degli appunti sulla nostra odissea. Speriamo che qualcosa si muova. Ma le nostre lettere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’ex premier Gentiloni non hanno ottenuto neppure una risposta. Lo Stato deve aiutarci».