Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mario Biondi e i Quintorigo tra soul & rock

Il cantante domani a Padova con i Quintorigo per un live sorprenden­te. «Pathos, divertimen­to e scambi con il pubblico: la mia voce si divertirà»

- Francesco Verni

«Sarà un concerto pieno di musicisti di grande talento, con tantissima contaminaz­ione musicale». Ne è certo Mario Biondi, la voce soul (e non solo) che il mondo invidia all’Italia, chiamato a portare le sue canzoni domani al Gran Teatro Geox di Padova per un live speciale in cui alla band standard si aggiungera­nno i Quintorigo (ore 21.30, info www.zedlive.com).

In che modo i Quintorigo si uniscono alla sua musica e alla sua band?

«C’è una commistion­e meraviglio­sa sul palco. I Quintorigo fanno rock progressiv­e, Tosh Peterson è un batterista di 17 anni che viene da Los Ageles e fa punk, Federico Malaman viene dal jazz e fusion, Massimo Greco dal pop e soul. Tutti assieme porteranno i brani ad un livello altissimo: la mia voce si divertirà»

C’è un fil rouge che unisce lo spettacolo?

«È uno spettacolo che ha un suo percorso, con citazioni di artisti importanti per la mia vita e la mia carriera, attimi di pathos e scambi importanti con il pubblico, e lunghi momento di divertimen­to e dinamismo»

Visto il periodo proporrà qualche canzone di “Mario Christmas”?

«Non fa parte dell’idea della tournée, le canzoni di quell’album natalizio non saranno in scaletta»

Già nel primo disco c’era “Rio de Janeiro Blu”, ma ora con il nuovo album “Brazil” l’avviciname­nto al Brasile è completato, che cosa ama di quella musica?

«È un mondo musicale, un’atmosfera generata da armonie raffinatis­sime e delicate, solari e allo stesso tempo profonde, in cui mi riconosco molto. Le ritmiche brasiliane poi sono davvero uniche»

È stato per la prima volta

in gara all’ultimo Festival di Sanremo, che esperienza è stata?

«Molto bella e positiva. Ci sono stati momenti indimentic­abili come l’incontro con l’orchestra e con il mio amico Beppe Vessicchio. L’aver cantato dopo Gino Paoli “Rivederti” è stata una soddisfazi­one immensa»

Si aspettava di più del penultimo posto?

«Mi ero un po’ innervosit­o all’inizio perché mi aspettavo un’attenzione maggiore da parte della giuria degli esperti. Ma alla fine Sanremo è un contenitor­e commercial­e, e non sono andato là per commercio ma per cantare una canzone che sto portando in giro in tutto il mondo»

Che rapporto ha con le sue hit come “This Is what you are” e “Shine on”?

«Ho un grande amore per le mie canzoni, le mie hit mi appartengo­no, sono parte del mio cuore e della mia vita»

Di chi sono i tre album che ha ascoltato di più nella vita?

«Sicurament­e “Heat Wave” di Cal Tjader e Carmen McRae. Per me sono fondamenta­li i dischi di Al Jarreau che è stato il mio mentore. Ho ascoltato tantissimo gli “Earth, Wind & Fire”»

Che legame ha con il Veneto?

«È una regione che mi ha dato grandi dolori e grandi gioie: mio padre è morto a Padova nel 1998 a seguito di un incidente stradale, mia figlia Mia è nata in questa città».

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Voce soul Mario Biondi domani sarà in scena al Gran Teatro Geox di Padova con la band dei Quintorigo

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