Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Solo un’utenza su tre è collegata alle fogne, Ca’ Sugana lancia un nuovo maxi-piano
TREVISO Prima i quartieri, poi il centro storico: entro la fine del mandato, il sindaco Mario Conte vuole arrivare a elaborare un progetto esecutivo per portare la rete fognaria dentro le mura di Treviso, «missione impossibile» per decenni ma che adesso viene favorita da nuove tecnologie meno impattanti sulla vita della città.
Sarà individuata un’area ritenuta favorevole e con un numero elevato di utenze, probabilmente in zona sud, perché sia più facile collegarla al depuratore comunale di Sant’Antonino e con benefici di ampia scala. Conte ne ha parlato ieri, a margine della presentazione dell’intervento che a gennaio partirà a Fiera, in quattro vie (Bison, Rossi, Cancian e Seitz), allacciando acque bianche e nere per 370 persone. L’opera da oltre un milione di euro di investimento prevede la posa di un chilometro di nuova fognatura nera, 1.430 metri di acquedotto e 180 di fognatura per le acque meteoriche.
Si tratta di una zona densamente popolata, a due passi dallo stabilimento produttivo De Longhi che proprio in questi giorni è interessato da un ampliamento con la realizzazione di un nuovo edificio. La rete era considerata «sottodimensionata» così Comune e Ats hanno deciso di cominciare da lì. «È il primo di una serie - assicura Conte – presenteremo un masterplan dettagliato, un obiettivo lontano ma che dobbiamo affrontare seriamente perché comporterà un netto miglioramento nella qualità della vita dei cittadini».
Da dove si partirà? «Dai quartieri più popolati – continua il sindaco -. Ma il mio sogno è realizzare fisicamente il collegamento del centro storico al depuratore. Entro i prossimi quattro anni spero di arrivare a un progetto esecutivo». Intanto si guarda a Fiera dove l’acquedotto ancora non arriva. «È un intervento importante, con un rifacimento completo dell’impianto per centinaia di utenze» sottolinea l’amministratore delegato di Ats Pierpaolo Florian. A supervisionare il cantiere, che durerà 7 mesi e comincerà con l’anno nuovo, sarà l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese, con l’obiettivo di limitare al massimo i disagi. Ma bisognerà mettere in preventivo qualche difficoltà logistica.
Treviso sconta un deficit storico per quanto riguarda la depurazione degli scarichi: solo il 32% delle utenze è collegato (percentuali inferiori sono riscontrabili solo a Benevento e Catania, secondo la più recente indagine di Legambiente) e la dispersione idrica, dovuta a perdite nelle tubature e alla vetustà dei sottoservizi, è calcolata intorno al 44%. Negli ultimi 5 anni sono stati realizzati 4 chilometri di fognatura da Ats, che gestisce il servizio idrico in 53 Comuni della Marca; gli scarichi del centro storico invece finiscono in vasche Imhoff o direttamente nei canali e nel 2018 non è più considerato accettabile (soprattutto in una città che vuole puntare sulla propria vocazione turistica).
«Contiamo di realizzare un piano fognario chiaro, è diventata un’esigenza primaria anche dal punto di vista ambientale» chiude l’assessore Alessandro Manera, che anticipa prospettive sul futuro potenziamento del depuratore: «Renderà possibile il nostro masterplan fognario. Aria e acqua sono due tematiche fondamentali nelle valutazioni sulla qualità della vita nelle città».
Manera Realizzare un piano fognario chiaro è diventata un’esigenza primaria anche dal punto di vista ambientale: aria e acqua sono tematiche fondamentali