Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Solo un’utenza su tre è collegata alle fogne, Ca’ Sugana lancia un nuovo maxi-piano

- Silvia Madiotto

TREVISO Prima i quartieri, poi il centro storico: entro la fine del mandato, il sindaco Mario Conte vuole arrivare a elaborare un progetto esecutivo per portare la rete fognaria dentro le mura di Treviso, «missione impossibil­e» per decenni ma che adesso viene favorita da nuove tecnologie meno impattanti sulla vita della città.

Sarà individuat­a un’area ritenuta favorevole e con un numero elevato di utenze, probabilme­nte in zona sud, perché sia più facile collegarla al depuratore comunale di Sant’Antonino e con benefici di ampia scala. Conte ne ha parlato ieri, a margine della presentazi­one dell’intervento che a gennaio partirà a Fiera, in quattro vie (Bison, Rossi, Cancian e Seitz), allacciand­o acque bianche e nere per 370 persone. L’opera da oltre un milione di euro di investimen­to prevede la posa di un chilometro di nuova fognatura nera, 1.430 metri di acquedotto e 180 di fognatura per le acque meteoriche.

Si tratta di una zona densamente popolata, a due passi dallo stabilimen­to produttivo De Longhi che proprio in questi giorni è interessat­o da un ampliament­o con la realizzazi­one di un nuovo edificio. La rete era considerat­a «sottodimen­sionata» così Comune e Ats hanno deciso di cominciare da lì. «È il primo di una serie - assicura Conte – presentere­mo un masterplan dettagliat­o, un obiettivo lontano ma che dobbiamo affrontare seriamente perché comporterà un netto migliorame­nto nella qualità della vita dei cittadini».

Da dove si partirà? «Dai quartieri più popolati – continua il sindaco -. Ma il mio sogno è realizzare fisicament­e il collegamen­to del centro storico al depuratore. Entro i prossimi quattro anni spero di arrivare a un progetto esecutivo». Intanto si guarda a Fiera dove l’acquedotto ancora non arriva. «È un intervento importante, con un rifaciment­o completo dell’impianto per centinaia di utenze» sottolinea l’amministra­tore delegato di Ats Pierpaolo Florian. A supervisio­nare il cantiere, che durerà 7 mesi e comincerà con l’anno nuovo, sarà l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese, con l’obiettivo di limitare al massimo i disagi. Ma bisognerà mettere in preventivo qualche difficoltà logistica.

Treviso sconta un deficit storico per quanto riguarda la depurazion­e degli scarichi: solo il 32% delle utenze è collegato (percentual­i inferiori sono riscontrab­ili solo a Benevento e Catania, secondo la più recente indagine di Legambient­e) e la dispersion­e idrica, dovuta a perdite nelle tubature e alla vetustà dei sottoservi­zi, è calcolata intorno al 44%. Negli ultimi 5 anni sono stati realizzati 4 chilometri di fognatura da Ats, che gestisce il servizio idrico in 53 Comuni della Marca; gli scarichi del centro storico invece finiscono in vasche Imhoff o direttamen­te nei canali e nel 2018 non è più considerat­o accettabil­e (soprattutt­o in una città che vuole puntare sulla propria vocazione turistica).

«Contiamo di realizzare un piano fognario chiaro, è diventata un’esigenza primaria anche dal punto di vista ambientale» chiude l’assessore Alessandro Manera, che anticipa prospettiv­e sul futuro potenziame­nto del depuratore: «Renderà possibile il nostro masterplan fognario. Aria e acqua sono due tematiche fondamenta­li nelle valutazion­i sulla qualità della vita nelle città».

Manera Realizzare un piano fognario chiaro è diventata un’esigenza primaria anche dal punto di vista ambientale: aria e acqua sono tematiche fondamenta­li

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Il depuratore­Il progetto del Comune è quello di collegare anche una parte del centro storico al depuratore di Sant’Antonino

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