Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Intercettato mentre minaccia i poliziotti Il responsabile della bomba al liceo di Vittorio Veneto si chiude nel silenzio
VITTORIO VENETO «Se non la smettono di starmi addosso li faccio fuori. O ammazzo i loro figli». Questo avrebbe detto, parlando con un amico senza sapere di essere intercettato, Stefano Milacic, il 47enne di Carpesica arrestato venerdì con l’accusa di essere uno degli autori della bomba carta lanciata contro la facciata del Liceo Flaminio a Vittorio Veneto, la notte tra il 2 e il 3 giugno scorsi. Nel mirino di Milacic c’erano gli agenti della Digos che indagando sull’esplosione e che erano arrivati a lui. Minacce ritenute fondate e molto pericolose che di fatto hanno portato la procura a chiederne l’arresto e il tribunale a concederlo. Ieri mattina il 47enne, assistito dall’avvocato Giuseppe Gulli, è comparso davanti al gip Bruno Casciarri per l’interrogatorio di garanzia. Ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere ma ha voluto fare alcune dichiarazioni spontanee: «Quelle parole erano solo uno sfogo. Non farei mai del male a nessuno, tanto meno ai figli di qualcuno. So quale dolore terribile si prova a perdere un figlio». Si è giustificato così, ricordando la tragedia personale per la perdita del figlio 17enne Giulio, che due anni fa si è tolto la vita. Ma non ha voluto rispondere alle domande del giudice sui reati per i quali è finito in cella e cioè concorso in danneggiamento e trasporto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo. Secondo la Digos il 47enne, sarebbe l’artificiere che ha confezionato la bomba che i presunti complici, un 40enne e 24enne vittoriesi, avrebbero materialmente piazzato davanti alla scuola. A incastrarlo, oltre la sua presenza nei pressi del liceo Flaminio quella notte, le intercettazioni ambientali e telefoniche nelle quali, oltre alle minacce ai poliziotti, si sarebbe lasciato andare anche a commenti in merito a presunti acquisiti di fucili Ak-47 kalashnikov in Slovenia. Le motivazioni del gesto, al momento, restano un mistero. L’avvocato Gulli ha chiesto la modifica della misura cautelare, con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
L’esplosione
La bomba al liceo Flaminio è esplosa nella notte tra i 2 e il 3 giugno scorso
Il dialogo Se (i poliziotti) non la smettono di starmi addosso li faccio fuori. O ammazzo i loro figli