Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Un anno di storie Il 2019 raccontato dalle scrittrici
Esce «2019. Un anno di storie»: dodici scrittrici, una per mese, raccontano il quotidiano al femminile fra amori ed emozioni con stile minimalista
La copertina doppia di Miche Sambin è come uno spartito, lui l’ha battezzata «Per voci di donna» e sui righi tutto il colore è rosa, note che assomigliano a unghie laccate, tocchi di rossetto. Note ignote finché non si apre questa agenda Cleup per l’anno nuovo, 2019. Un anno di storie, piccola e smilza, i giorni e le opere di dodici scrittrici, un racconto al mese dalla parte di lei, con un’unica eccezione. A dir la verità ci si chiede chi aspetterà mese dopo mese a leggere queste finestre di vita, tutte immaginate ma con radici profonde e ramificate nella realtà, quando l’istinto, letto il primo, è quello di proseguire e arrivare in fondo: così l’agenda diventa libro, polifonico come suggerisce la copertina/spartito.
Va a finire che una si guarda allo specchio magari senza troppe reazioni, altre scavano nel loro intimo, altre indagano la relazione con il maschio. C’è Carmen che pare restringere il suo mondo al quotidiano lavoro di lavare e stirare, ma al di là dei panni stesi si vede una Venezia che più minima non si può, dove magari ti rubano i jeans messi ad asciugare in calle. C’è la bella senza nome figlia dell’oggi e vittima del Jobs act: «Il lavoro è uno scoglio e io sono l’acqua» , ci sono solitudini nelle quali la poesia diventa compagna – magari bastano due righe la mattina, bevendo il caffè. Chi si guarda indietro, ed era bambina; chi è alla tastiera di una chat; chi scopre il cibo. La cifra comune, probabilmente involontaria, è che non c’è fiction, non c’è show, niente di gridato o eccessivo. Il minimalismo a tratti e per qualcuna si incarna nella scrittura ma è soprattutto un’atmosfera, prevale il racconto della vita vissuta, la ripetitività dei gesti quotidiani. Se si parla di amori, sono passati, o stanchi o indigeribili. Ma è proprio in questo modo di raccontarsi che si nasconde il guizzo della comprensione del mondo femminile. Le dodici scrittrici lo offrono - al loro sesso e agli uomini - sotto mentite spoglie, la storia è solo il velo che bisogna sollevare per intuire condizioni, sentimenti, sofferenze, modi dell’amore, senso dell’esistenza. Sono note che bisogna saper cogliere: le donne ci si ritroveranno naturalmente, i maschi impareranno qualcosa. C’è un unico ragazzo - Cosimo – protagonista di uno dei racconti, e fa da contraltare.
Gli stili sono diversi, ognuno esattamente consono al tema del racconto, il che dice della personalità individuale. Le dodici autrici, tutte di area veneta tranne una presenza avellinese, hanno al loro attivo libri pubblicati, poesie, antologie, testi teatrali. Eccole: Elisabetta Baldisserotto, Silvia Battistella, Annalisa Bruni, Giulia Calore, Elianda Cazzorla, Saveria Chemotti, Emilia Bersabea Cirillo, Barbaba Codogno, Bruna Graziani, Marilia Mazzeo, Carla Menaldo, Maurizia Rossella.
È un’agenda, che vuol dire «cose da fare», ma per ogni giorno ci sono solo otto righe, e il sabato e la domenica sono insieme. Così poco da fare? Non crediamo. Ma salta fuori che quelle otto righe ci sarebbero per ospitare i «pensieri del giorno». Veloci e sintetici però, anche meno di un tweet… Ma l’idea – e la speranza – sono buone.
L’agenda verrà distribuita come omaggio ai 2200 docenti universitari, per gli altri è già in libreria. Il ricavato dei diritti delle autrici sarà donato al Cuamm. Presentazione ufficiale alla città il 20 dicembre, alle 18, in sala Paladin a Palazzo Moroni. Un’ultima nota per consolare Saveria Chemotti, che intitola il suo racconto «Attempata». Per le gestanti che partoriscono il primo figlio dopo i trent’anni, la cartella clinica appesa ai piedi del letto recita: «Primipara attempata».