Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Oggi l’addio di Manildo a Ca’ Sugana
L’ex sindaco rassegnerà stasera le dimissioni da consigliere. «Un nuovo progetto»
TREVISO Dieci anni a Ca’ Sugana, cinque da consigliere di opposizione e cinque da sindaco. Giovanni Manildo, 49 anni, avvocato, padre di tre figli, l’unico candidato della sinistra che ha saputo spezzare la lineda dei venti lunghi anni di egemonia leghista a Treviso, lascia definitivamente la politica cittadina. Lo fa «per lasciare spazio» e per un nuovo progetto politico con l’ex ministro Graziano Delrio «ispirato a un cattolicesimo democratico alla Aldo Moro».
TREVISO Dieci anni e mezzo fa diventava consigliere comunale. Cinque anni e mezzo fa varcava il portone di Palazzo dei Trecento da sindaco, interrompendo il ventennio di governi leghisti a Treviso, una vittoria storica del Pd nella roccaforte del Carroccio. Oggi scenderà dallo scalone per l’ultima volta da amministratore: stasera Giovanni Manildo darà le dimissioni dalla carica che i cittadini gli hanno consegnato a giugno, quando le elezioni hanno determinato la vittoria di Mario Conte, il suo sfidante. Una decisione impulsiva all’indomani della sconfitta l’aveva spinto a rinunciare subito, poi si era convinto (l’avevano convinto) a rimanere ancora, almeno per i sei mesi necessari all’approvazione del bilancio. Il giorno dei saluti è arrivato. Chiude con l’amministrazione comunale, Manildo, ma non con la politica, a partire da un laboratorio in chiave cittadina. La nuova vita dell’avvocato col cappello da alpino, a 49 anni riparte sopratutto da un progetto professionale e una rinnovata veste dello studio di famiglia.
Giugno 2008, dicembre 2018, in mezzo un mandato da consigliere di opposizione e uno da sindaco. Che ricordi restano?
«Entrambe sono state esperienze bellissime. È straordinario ed è stata una grande fortuna dedicare ogni giorno alla propria città, capirne le esigenze e le opportunità. Ho imparato molto».
Guardando indietro vede più delusioni o più successi?
«Entrambi, è stata un’avventura totalizzante, momenti belli e brutti sono intensamente legati tra di loro. Dispiace per i progetti non finiti, certo, ma tutto diventa uno stimolo per migliorarsi, sia in campo politico che in campo professionale e personale, che è quello su cui mi sto concentrando di più adesso».
Perché si dimette?
«Per lasciare spazio in consiglio a persone che hanno tanto da dire e da fare, come Nicolò Rocco che entrerà al posto mio. Per dedicare più tempo alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli. Per fare politica in modo diverso».
C’è già un progetto?
«A livello personale mi sto interessando del difficile momento politico nazionale. In questo periodo ho potuto parlare del futuro con persone che stimo molto, fra le quali Graziano Delrio: c’è l’idea di affrontare l’attualità del nostro Paese per trovare un nuovo modo di vedere la politica e la società, partendo dall’attenzione alle persone e dalla concretezza. Un cattolicesimo democratico alla Aldo Moro, come riferimento culturale».
Ci sarà anche una declinazione locale?
«Sì, ho voglia di fare qualcosa qui a Treviso, creare occasioni di approfondimento. Ho già incontrato delle persone, le “Officine Treviso” lanciate durante la campagna elettorale non sono chiuse, ci sono temi fin troppo sottovalutati che meritano una discussione seria. L’ambiente, l’energia, la sostenibilità. Siamo abituati a vederli sullo sfondo ma serve una consapevolezza maggiore nella dimensione pubblica, negli stili e nelle scelte di vita».
Sta valutando di tornare in campo con Europee del 2019 o le Regionali del 2020?
«No, non sto pensando a una candidatura, ma nell’ultimo periodo mi sono sentito spesso con Graziano con l’idea di lavorare per sostenere Maurizio Martina (candidato alla segreteria del Pd, ndr), per un soggetto politico che unisca, che ricrei voglia di futuro, che si fondi sul desiderio di qualcosa e non sulla paura di qualcosa».
Prima del futuro, parliamo del presente. Chiusa la parentesi comunale, cosa farà adesso Manildo?
«Sono tornato a fare l’avvocato, i miei fratelli mi hanno aspettato per sei anni e sono felicissimo di essere tornato. Ora stiamo lavorando a un progetto per il futuro dello studio, che metta insieme competenze e professionalità diverse oltre a quelle legali. Inoltre ho la fortuna di essere consulente legale di un importante gruppo imprenditoriale veneto».
Lascio spazio in consiglio a persone che hanno tanto da dire e da fare
Che bilancio traccia dei primi sei mesi dell’amministrazione Conte?
«Ho visto un bellissimo albero di Natale».