Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Andrea Tornielli nuova voce del Vaticano
Il giornalista veneziano a capo dei media della Santa Sede: «Una voce unica nel futuro»
ieri papa Bergoglio ha nominato come capo della linea editoriale della comunicazione vaticana Andrea Tornielli, giornalista veneziano (è nato nel 1964 a Chioggia), vaticanista di lungo corso.
Il pontificato di Francesco si tinge sempre di più di Veneto. Dopo il segretario di Stato, il vicentino e cardinale Pietro Parolin, ieri papa Bergoglio ha nominato come capo della linea editoriale della comunicazione vaticana Andrea Tornielli, giornalista veneziano (è nato nel 1964 a Chioggia), vaticanista di lungo corso. Amico personale di Francesco da diversi anni, Tornielli — attualmente in forza a La Stampa dopo aver lavorato a lungo a Il Giornale e al mensile 30Giorni — è considerato uno dei più autorevoli vaticanisti per l’affidabilità delle cronache, la lunga conoscenza del mondo ecclesiastico (ha iniziato al mensile diretto da Giulio Andreotti nel 1992, all’età di 28 anni) e, ultimamente, l’accesso diretto al pontefice, con il quale ha realizzato il bestseller Il nome di Dio è misericordia in occasione del recente Giubileo.
La nomina di Tornielli a «direttore della Direzione Editoriale del Dicastero per la Comunicazione» è un segno evidente del feeling diretto tra il giornalista veneziano e l’attuale pontefice. Infatti, come recita il comunicato della Santa sede, a Tornielli competerà «l’indirizzo e il coordinamento di tutte le linee editoriali di competenza del dicastero per la Comunicazione».
In altre parole, Tornielli coordinerà a livello di contenuti la galassia comunicativa vaticana: L’Osservatore romano, Radiovaticana, la Libreria editrice vaticana, il Centro televisivo vaticano, il portale vaticanews.va, la presenza del Vaticano e del papa nei social network.
Tornielli, quale reazione a questo prestigioso incarico?
«Certamente si tratta di una grande sfida professionale, perché la storia dei mass media vaticani è davvero importante, basti pensare a quello che ha voluto dire Radiovaticana in Italia e nel mondo nel corso del Novecento. Provo un certo senso di smarrimento di fronte a questo compito. La figura del direttore editoriale della Comunicazione vaticana attualmente non c’è, è nuova ed è voluta dalla riforma del settore operata su impulso di papa Francesco. Si tratta di colui che dovrà operare perché tutti i media vaticani siano in rete e possano lavorare insieme, tramite le diverse piattaforme comunicative».
Una sfida doppiamente difficile, in un mondo iperconnesso e in preda alle fake news…
«Io sono convinto che serva ancora il buon giornalismo. Anche se oggi si comunica tanto per spot, non bisogna dare per scontato i fatti. Questo compito è quindi un servizio nel dar voce al Papa, al suo magistero e al suo messaggio. Raccontato in maniera giornalistica».
Quali novità pensa di ap- portare alla comunicazione della Santa Sede?
«Mi è difficile dirlo ora, devo entrare in questa realtà in cui vi lavorano fior fior di professionisti. Sono però convinto che tanti lettori - più di quelli che pensiamo - ci chiedano di approfondire i fatti e di offrire loro delle chiavi di lettura per comprendere quel che accade. Spero in questo di dare il mio contributo, con la convinzione che si debba dare più attenzione al messaggio che al mezzo tramite cui questo viene veicolato».
In Veneto ha fatto molto scalpore la decisione - al momento congelata - dei frati del Santo di licenziare tutti i giornalisti del Messaggero di S. Antonio. Cosa pensa di questa vicenda?
«Anch’io ho appreso con grande dolore questa decisione. Mi ha colpito l’impegno del vescovo Cipolla per salvaguardare i posti di lavoro di un giornale dalla tradizione notevole. Spero che ci siano strade percorribili perché la testata possa continuare (cosa che del resto non mi pare sia stata messa in discussione), ma fatta sempre tramite il lavoro dei giornalisti».
Un veneto alla guida della comunicazione del Vaticano. Cosa porterà della sua regione nel suo nuovo lavoro?
«Mi piacerebbe essere un direttore concreto e attento alle persone, al servizio di tutti perché ciascuno dia il meglio di sè».
E Francesco? Quando verrà in Veneto?
«Spero che venga. La sua visita era stata in qualche modo programmata tempo fa, poi non si è avverata. Spero che possa avvenire prima possibile».