Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scuole, bonus bebè ciclabili e Palasport I pionieri delle fusioni «Cambiata la vita»
VENEZIA «Se ne parlava da fine Ottocento», ricorda il sindaco, Davide Moro, ma il matrimonio viene celebrato, dopo un «fidanzamento» iniziato a metà degli anni Ottanta, il 2 febbraio ’95. Dalla fusione via referendum tra la più grande Carrara San Giorgio (4.671 abitanti censiti nel ’91) e Carrara Santo Stefano (1.979), nella Bassa Padovana nasce il Comune di Due Carrare. Domenica scorsa, metà delle dieci fusioni venete al voto sono affogate nell’urna. I ricordi del sindaco Moro, forse, aiutano a capire il perché: «Erano tutti per la fusione, i partiti e anche le parrocchie. Non c’era comitato del No e la fusione passò col 70 per cento nel comune grande, ma per appena nove voti a Santo Stefano». Strano, no? «Al crescere della dimensione demografica dei comuni – dice lo studio 2017 di Idea srl per Confartigianato Imprese Marca trevigiana – cala progressivamente il peso per le funzioni generali... Cresce invece il
peso di altre voci, quali le spese per funzioni di polizia locale, settore sociale e sviluppo economico». Meno tasse, meno burocrazia, più servizi: più piccolo sei, più ti conviene. Perché, allora, a frenare era Santo Stefano? «Perché il piccolo teme di essere fagocitato», spiega Moro.
Timore fondato? Com’è finita a Due Carrare? «Unire le strade, l’anagrafe. Il sindaco di allora mi disse che non fu una passeggiata, però sono arrivati gli incentivi per dieci anni...». Con quei soldi, il progetto di scuola avviato con l’unione dei comuni, partita già nel ‘92, è diventato realtà. All’edificio che contiene le medie se ne affianca uno nuovo per le elementari «e la vecchia media di San Giorgio diventa casa delle associazioni», ricorda Moro, sindaco da giugno 2015 dopo cinque anni di opposizione. «Si è cominciato a fare le fognature, la metanizzazione, il centro polifunzionale per i medici...». In breve, «la fusione ha cambiato il volto dei due comuni; senza, quegli interventi strutturali non sarebbero stati possibili».
Grancona e San Germano dei Berici, provincia di Vicenza, sono Val Liona da febbraio 2017. «Adesso - dice due anni dopo il sindaco, Maurizio Fipponi - possiamo attuare politiche sociali e avviare lavori che prima mai avremmo potuto. Con tutta la buona volontà di partecipare a bandi, prima non c’era la possibilità di centrare il risultato». I nuclei abitati lungo la provinciale sono stati messi in sicurezza «con 125 mila euro della Provincia e altrettanti nostri». É stata avviata la messa in sicurezza delle strade comunali, «interessate anche da piccole frane». Con 208 mila euro della Regione, sarà realizzata una ciclopedonale tra le sedi dei due municipi (costo totale 308 mila euro). Poi c’è il bonus bebè: «Ad ogni nato 500 euro e, da quest’anno, fino a 500 euro alle mamme per le spese legate alla gravidanza». A partire dal nido e fino alle medie, un assegno di 200 euro l’anno accompagna i bambini nello studio, poi nuovi arredi e tecnologia nelle scuole, messa in sicurezza degli edifici pubblici e tanto altro... Una spina, per favore: «Accanto alla maggior disponibilità economica - spiega Fipponi non c’è la possibilità di assumere neanche a tempo determinato nei primi tre anni e la macchina comunale va sotto stress». Però sono 427 mila euro l’anno di fondi, per dieci anni: «Quest’anno, però, ne sono arrivati 52 mila meno del previsto». Il fondo fusioni va già stretto e il sindaco spera sia rifinanziato ma, certo, non si lamenta.
La domanda chiave, per Bruno Zanolla, è: «Come saremmo oggi senza la fusione?». Il 28 dicembre prossimo, Quero Vas, Belluno, sarà municipio unico da cinque anni: «Stasera - ricorda il sindaco - approviamo un bilancio con 7 milioni di investimenti, che per un Comune da 3.500 abitanti...». Scuolabus gratuito, fondi alle scuole, piano per l’efficienza energetica e la sismicità degli edifici pubblici: «Possiamo attrarre fondi regionali, statali, europei...». Uno gennaio ‘95: il matrimonio di Porto Viro, Rovigo, fu il primo in Veneto: «Ora il Comune conta qualcosa nel Polesano - dice l’ex sindaco, Geremia Gennari - ma anche nel dialogo con la Regione. Le fusioni migliorano l’efficienza e vanno fatte». Poi c’è il palasport realizzato nel 2009, le piscine, i dieci ettari di impianti sportivi: tutti i sogni di Donada e Contarina, gli sposi da cui è nato Porto Viro.
Moro (Due Carrare) Unire le strade, l’anagrafe. Chi c’era allora mi dice che non fu una passeggiata, ma la fusione ha cambiato il volto dei due comuni
Fipponi (Val Liona) Possiamo attuare politiche sociali e avviare lavori che prima, troppo piccoli per partecipare ai bandi con successo, non avremmo potuto
Zanolla (Quero Vas) Stasera approviamo un bilancio di previsione con 7 milioni di investimenti: non male per un Comune di appena 3.500 abitanti