Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
All’ex Piave orti e una piazza coperta «Mezzo milione di investimento»
Parte il progetto di rilancio. Ma il sindaco: «Arroganti». Il ruolo del Django
TREVISO Il secondo step del progetto di rigenerazione urbana alla Piave è partito: entro un anno, nell’ala chiusa dello spazio dato in concessione dal Comune nel 2015, apriranno laboratori, magazzini, servizi, una mensa, una piazza coperta, orti urbani e spazi comuni per integrare adulti disabili. «Abbiamo aspettato fin troppo» spiegano da Open Piave. Il braccio di ferro con Ca’ Sugana è appena iniziato e l’ex caserma occupata fa la sua mossa.
Il recupero, firmato da Arru (Architetti Arruolati, gruppo di sei professionisti della città), sarà finanziato dalla cooperativa Ails di Ponzano per realizzare il Ceod: mezzo milione di euro di investimento su 650 metri quadrati. «Per noi–spiegala presidente Ariella Lorenzon – è indispensabile essere qui, un contesto di lavoro e svago. Il progetto è già stato approvato dall’Usl, abbiamo tutte le autorizzazioni». La Piave apre ancora alla partecipazione esterna con una campagna di raccolta fondi per contribuire al recupero dei locali già utilizzati in questi anni, tra cui palestra, osteria, sala concerti e biblio- teca. Open Piave ribadisce di essere un soggetto unico, non scorporabile co me i n ve c e suggerisce il Comune di Treviso che vuole allontanare da via Monterumici il centro sociale Django, sanzionato con sei multe da ventimila euro: «Non è un bar, qui si fanno cose importanti». L’ex presidente Giovanna Quarto passa in seconda fila, si occuperà della progettazione («avremmo preferito un rapporto più sereno con l’amministrazione» dice) mentre assume il ruolo di legale rappresentante l’urbanista Alberto Cagnato: «Abbiamo già chiesto un incontro al Comune per un tavolo tecnico, in termini collaborativi per poter realizzare quanto concordato». Open Piave ricorda di essere un progetto-modello, oggetto di studio per l’esperienza portata avanti senza contributi pubblici. Non solo: «Siamo noi a illuminare il parcheggio del Teatro Eden, altrimenti buio». Il Comune ha staccato l’energia.
« Mi s e mbr a uno strano modo di interpretare il rapporto con il Comune, un po’ arrogante e maleducato, illustrare progetti su un immobile pubblico prima di farci conoscere il nuovo presidente», attacca il sindaco Mario Conte. Sul Ceod si limita ad augurare «buon lavoro, è un progetto interessante, ma inviterei chi investe dei soldi a fare attenzione, se salta la convenzione per errori di pochi ci rimettono tutti». A Ca’ Sugana sono arrivate le lamentele di un gruppo di vicini: «Protestano per i disagi legati alla Piave, il progetto è diverso da quello iniziale – chiude -. Le regole sono chiare, e i comportamenti di alcuni dei soggetti che frequentano quegli spazi sono in fase di verifica». Il Django è ancora nel mirino.
Il progetto
Firmato da 6 architetti e già finanziato, è stato autorizzato dalla Regione tramite l’Usl 2