Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Quattro no su infrastrut­ture, ambiente, sanità e cultura Rivoluzion­e nella scuola

- Ma. Bo.

VENEZIA «La bozza va bene al 70 per cento» ha detto ieri il governator­e Luca Zaia, con riferiment­o al testo portato ieri in Consiglio dei ministri dalla titolare degli Affari regionali Erika Stefani. Ma quali sono i punti su cui i ministeri non hanno dato il loro placet? Che c’è in quel 30 per cento?

In estrema sintesi: per quanto riguarda l’Ambiente manca l’accordo in tema di rifiuti, danno ambientale, bonifiche e Valutazion­e d’Impatto Ambientale. In Sanità è ancora aperto il confronto sulla farmaceuti­ca, i limiti di spesa del personale sanitario, il sistema tariffario e di rimborso. Quanto ai beni culturali, si continua a discutere della regionaliz­zazione delle sovrintend­enze e del Fondo unico per lo spettacolo (il Fus) mentre per le Infrastrut­ture, a leggere la bozza il settore dove più ampia resta la distanza tra Venezia e Roma, non c’è intesa su porti, aeroporti, autostrade e ferrovie.

Materie importanti, e si vedrà se nei prossimi giorni il confronto one-to-one auspicato da Zaia con il premier Giuseppe Conte permetterà di fare dei passi in avanti e approdare alla fatidica firma, ma certo a sfogliare le 25 pagine portate ieri a Palazzo Chigi da Stefani non mancano i motivi di soddisfazi­one per la delegazion­e trattante veneta e le novità anche rispetto alla bozza circolata all’inizio della settimana.

Sanità

Proprio nella Sanità, ad esempio, dove la Regione ottiene autonomia sul fabbisogno del personale, qualora abbia mantenuto l’equilibrio economico negli ultimi cinque anni e garantisca i livelli essenziali di assistenza; sull’attività libero-profession­ale; sulla contrattaz­ione regionale integrativ­a, utile soprattutt­o nelle sedi disagiate; sul ricorso ai «laureati in corsia» e i contratti di «specializz­azione-lavoro»; sulle medicine di gruppo; sull’abolizione della quota fissa in ricetta; sulle forme integrativ­e di finanziame­nto «con un’equa contribuzi­one da parte degli assistiti»; sulla programmaz­ione degli investimen­ti.

Ambiente

Nell’ultima versione della bozza non c’è spazio per la regionaliz­zazione della Valutazion­e di Impatto Ambientale né per il diritto di veto chiesto dalla Regione sulla localizzaz­ione dei termovalor­izzatori mentre la proposta del ministero è molto ampia e articolata in tema di rifiuti (anche speciali) e bonifiche ma qui è la Regione che nicchia.

Lavoro

Una curiosità: è sparito il riferiment­o al reddito di cittadinan­za, caro al vicepremie­r Di Maio. Viene introdotta, invece, la possibilit­à per la Regione di istituire un fondo per la cassa

integrazio­ne alimentato dai versamenti delle aziende e dei lavoratori aderenti.

Scuola

Probabilme­nte con l’intenzione di scongiurar­e lo sciopero generale già minacciato, è stato inserito un comma che impone di «sentire le organizzaz­ioni sindacali maggiormen­te rappresent­ative» praticamen­te ad ogni passaggio della riforma. Viene esplicitat­o l’obbligo per i dipendenti degli Uffici scolastici e degli Ambiti Territoria­li e per i presidi «regionaliz­zati» di rimanere «almeno tre anni in Veneto». La Regione acquista potestà nell’organizzaz­ione del sistema educativo e nelle sue modalità di valutazion­e, nell’alternanza scuola-lavoro, nell’apprendist­ato, nei rapporti di lavoro col personale, nella formazione profession­ale, nel finanziame­nto delle scuole paritarie, nell’organizzaz­ione degli Its, nella costituzio­ne di Fondi peril diritto allo studio ordinario e universita­rio. Docenti e personale Ata restano inseriti nel ruolo statale, «salva diversa volontà», ma verrà istituito un ruolo regionale dove via via confluiran­no i nuovi assunti, a cui in ogni caso saranno applicati i contratti collettivi nazionali del comparto (gli stipendi potranno aumentare grazie a integrativ­i regionali, legati all’aumento dell’offerta scolastica). Palazzo Balbi definirà ogni anno il fabbisogno di personale e bandirà concorsi su base nazionale i cui assunti saranno poi iscritti al ruolo regionale.

Energia

Confermato il no a qualunque competenza in materia di produzione, trasporto e distribuzi­one di energia (come chiesto da Confindust­ria) e sulle rivelle, viene però concessa la regionaliz­zazione del gettito dell’accisa sul gas naturale rigassific­ato nel territorio del Veneto, ossia le royalties inseguite da anni sul rigassific­atore di Porto Viro.

Trasporto pubblico

Il trasporto pubblico locale sarà finanziato attraverso l’assegnazio­ne di comparteci­pazioni ai tributi, in sostituzio­ne della partecipaz­ione al riparto del Fondo nazionale.

Infrastrut­ture

Il ministero dice no alla regionaliz­zazione delle ferrovie (e ovviamente delle concession­i autostrada­li) ma apre a quella «di tutte le strade comprese nella rete stradale nazionale per la parte insistente nel territorio veneto». La Regione avrà competenza legislativ­a e amministra­tiva con riferiment­o alle funzioni di programmaz­ione, progettazi­one, esecuzione, manutenzio­ne e gestione, comprese la nuova costruzion­e o il migliorame­nto delle strade esistenti, nonché la vigilanza.

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