Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Assalto alla villa, la pista del basista
Treviso, è caccia alla banda che ha sequestrato, picchiato e rapinato l’avvocato
TREVISO Un assalto premeditato, che non si esclude abbia goduto dell’appoggio di un basista. Queste alcune delle ipotesi investigative sull’assalto alla villa dell’avvocato Scarpa Gregorj di Treviso, sequestrato con la moglie e picchiato per quar a nt a minuti da quattro rapinatori (forse) dell’Est Europa. Ingente il bottino in gioielli, contanti e Rolex: circa 100 mila euro. Nel frattempo gli inquirenti stanno passando al setaccio i video delle telecamere.
TREVISO È di circa 100 mila euro il bottino della rapina della quale, mercoledì sera, sono r i mas t i v i t t i me l ’a v vo c a t o 59enne Alfredo Scarpa Gregorj e la moglie Stefania. La banda, composta da quattro uomini travisati con un chiaro accento dell’Est, è fuggita con qualche migliaio di euro in contanti, alcuni gioielli ma soprattutto con quattro Rolex Daytona di ingente val ore. Preziosi ottenuti minacciando con una pistola e picchiando il professionista. «È stato terribile. Io e mia moglie siamo sconvolti e non riusciamo più a dormire» commenta l’avvocato Scarpa Gregorj.
A indagare sulla rapina sono gli investigatori della squadra mobile. Ed è caccia a un possibile basista, che possa aver fornito le informazioni necessarie a organizzare il colpo nella villa di via Sant’Antonino, a Treviso. Un’indagine non facile: i quattro, oltre a indossare passamontagna, portavano i guanti e non hanno l a s c i a to i mpro n te . Nessun aiuto neanche dalle te l e ca mere del l a villa, che quella sera pare non fossero in funzione. Per questo gli inquirenti stanno acquisendo e visionando i filmati registrati dai teleobiettivi della zona. La speranza è che abbiano immortalato la banda. Al momento, infatti, in mano agli inquirenti c’è poco. I banditi, come raccontato dall’avvocato e dalla moglie, erano tutti a volto coperto. «Avevano un accento dell’Est, bande che sanno come da noi possano agire indisturbati e impuniti». I quattro lo hanno aspettato nascosti in giardino e, quando stava per entrare, gli sono saltati addosso spingendolo dentro la villa. Lo hanno poi tenuto bloccato, minacciato con una pistola e picchiato con calci e pugni per costringere la moglie ad aprire la cassaforte. La donna ha eseguito gli ordini, ma i banditi speravano probabilmente in un bottino più consistente e non si sono inizialmente accontentati, continuando a minacciare e picchiare il legale: «È durata circa 40 minuti, durante i quali hanno fatto più vo l te il giro del l a ca s a . Mi puntavano la pistola in faccia, dicevano che mi avrebbero ammazzato se non avessi detto loro dov’era la cassaforte».
Sulla rapina interviene il sindaco Mario Conte, che assicura il massimo sforzo per identificare i responsabili: «Le forze dell’ordine stanno l a vo r a n d o , la v i d e o s o r ve - glianza sul territorio comunale è fitta, sono fiducioso che si possa identificarli. Sentirò anche il prefetto anche se non credo ci sia un problema di sicurezza e ho fiducia nelle forze dell’ordine». Il primo cittadino si rivolge poi all’avvocato Scarpa Gregorj e alla famiglia: «Il primo pensiero va alle vittime, alle quali voglio arrivi la vicinanza delle i s t i t uzioni. Hanno vissuto un’esperienza terribile, voglio incontrarli per offrire loro il nostro aiuto per superare un momento di paura e choc».
Il sindaco Conte «Siamo loro vicini, controlleremo i filmati di tutti gli obiettivi» Lo choc delle vittime