Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Suda a Be Comics Il «papà» di Candy e Ken il Guerriero
Il festival Da «Ken il Guerriero» a «Candy Candy» il maestro degli «anime» giapponesi più amati al mondo protagonista oggi alla Fiera di Padova «Non mi aspettavo che milioni di persone apprezzassero il mio lavoro»
Da «Ken il guerriero» a «Candy Candy» a «Gatchaman», a «Dragonball Z» e molti altri. Vere icone dei cartoon, tutte firmate da lui. Senza il lavoro di Masami Suda l’immaginario pop di generazioni di tutto il mondo sarebbe profondamente diverso. Il maestro dell’animazione giapponese è tra gli ospiti più attesi di Be Comics!, oggi e domani alla Fiera di Padova, protagonista questo pomeriggio alle 16.30 di una conferenza moderata da Matteo Stefanelli e Marco Bellano (info www.becomics.it). Domani alle 17 il maestro metterà all’asta 16 suoi grandi disegni su tela il cui ricavato andrà a Medici con l’Africa Cuamm, a sostegno del progetto Mettiamoci in moto.
Si aspettava che milioni di persone in tutto il mondo avrebbero amato il suo lavoro?
«No non me lo aspettavo. Ho avuto il piacere di viaggiare in molti Paesi, ma non mi aspettavo una generazione che adorasse il mio lavoro. Quando lavoro, pensavo per un pubblico giapponese e l’obbiettivo era quello di far felici i bambini del nostro Paese. Questi ragazzi che sono ora adulti seguono e amano ancora il mondo dei cartoni animati e sono sempre loro a creare questo successo».
Che ricordi ha dei primissimi anni alla Tatsunoko Production?
«Mi ricordo soprattutto la figura carismatica di Tatsuo Yoshida (precursore degli “anime”, scomparso a 45 anni nel 1977, ndr). Uno degli artisti che più rispetto tuttora. Dopo un breve periodo come assistente allo studio, sono diventato animatore freelance e ho cominciato a lavorare per molti studi».
Il progetto che l’ha reso più fiero in carriera quale è stato e perché?
«Probabilmente Gatchaman che ho particolarmente amato perché mi ha permesso di studiare animazioni molto dinamiche e mi ha fatto sco-
prire nuove possibilità dell’animazione».
Ha lavorato sia per la serie animata che per il film cinematografico di “Ken il guerriero”, entrambi diventati cult
«Prima di tutto è stato necessario adattare il tipo di disegno del manga alla tecnica dell’animazione. Ma il risultato iniziale con poche linee e sintetizzate non mi soddisfaceva, per cui abbiamo optato per uno stile più realistico e tratti più pesanti, nonostante servisse un lavoro più complesso. É stato difficile anche combattere contro la censura per le molte scene violente».
Come vede il presente e il futuro dell’animazione giapponese?
«Non seguo molto la scena attuale ma mi piacciono le opere in cui vi è un approccio di disegno innovativo. Un esempio è l’animazione del maestro Isao Takahata nel capolavoro “La principessa splendente”»
Quale è il film d’animazione che le ha cambiato la vita?
«Non c’è un’opera in particolare ma tutto il lavoro di Tatsuo Yoshida, che considero un genio e il mio maestro».
Quali sono i suoi film del cuore?
«Mi piacciono molto i film di Akira Kurosawa e i film americani. Una cosa che li accomuna è il fatto che fanno sognare e danno grinta».