Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Fabbisogni standard vincerebbe anche il Sud Zaia: «Perché fermarli?»
VENEZIA Lo studio di Sose, il braccio operativo di Mef e Bankitalia, riaccende il dibattito sull’autonomia. In realtà, l’indagine parla dei fabbisogni standard applicati ai Comuni delle regioni a statuto ordinario. Ne vien fuori che non solo il Veneto tendenzialmente, ne guadagnerebbe, ma anche molte regioni del Sud come la Campania. E il governatore Zaia dice: «E allora se è vera l’analisi del Sose, perché fermarla?».
VENEZIA «Non vogliamo una banca, Veneto Sviluppo non deve rispondere solo a logiche di profitto, dividendo, cedole. A noi interessa che la finanziaria della Regione aiuti le imprese del territorio, rafforzi il nostro tessuto economico, contribuisca a tenere basso il tasso di disoccupazione. Ed è ciò che sta facendo».
Così il governatore Luca Zaia, affiancato dall’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato e dai vertici della società, il presidente Fabrizio Spagna ed il direttore Gianmarco Russo, ha presentato ieri il bilancio dell’attività degli ultimi tre anni della finanziaria su cui, è sbottato, «circolano leggende metropolitane imbarazzanti. La verità è che con Spagna abbiamo tolto Veneto Sviluppo dalla naftalina, come sanno bene le imprese che difatti fanno la fila per averci al loro fianco».
Per smentire queste non meglio circostanziate fake news, Spagna ha messo in fila un po’ di numeri: 20.714 operazioni di finanza agevolata deliberate tra il 2016 e il 2018 (9.403 nell’ultimo anno) per un valore di 1,3 miliardi (589 milioni nel 2018). «Risultano ancora in ammortamento 5.100 finanziamenti agevolati per 770 milioni - ha spiegato - ma l’operatività si è spostata nettamente verso il sostegno all’accesso al credito, ossia le riassicurazioni, che rappresenteranno per noi uno dei principali obiettivi anche in futuro». Il 99,1% dei volumi ha riguardato piccole e micro imprese, per lo più artigiane: «Una scelta ben precisa in una fase economica impegnativa e di lenta ripresa». Le misure «anticrisi» a sostegno della liquidità delle Pmi sono state 2.157 per 312 milioni, quelle straordinarie (imprese alluvionate, terremotate, colpite da tornado) 106 per 7,3 milioni , quelle per le imprese femminili e giovanili 4.659 per 260 milioni.
«Entro il 2019 contiamo di utilizzare con Fvs, la nostra Sgr, tutte le risorse del Fondo Sviluppo Pmi, ad oggi impiegate per metà, ossia 25 milioni, con interventi di equity temporanei di 3-5 anni. Le operazioni fatte finora ci hanno dato soddisfazione: tre, in particolare, Brenta Pcm, Cib Unigas e Gruppo Partners Associates rappresentano il 10% delle operazioni di investimento realizzate a Nordest, il 2% in Italia (prosegue l’ingresso di Veneto Sviluppo in Maschio Gaspardo, dove si attende il via libera della banche al piano di risanamento; è invece chiuso il dossier Pasta Zara, ndr.). Proseguiremo su questa strada e lo stesso faremo con i mini-bond per le Pmi, che pure stanno funzionando e su cui le Bcc chiedono di poter investire di più: ad oggi abbiamo chiuso 11 operazioni per un valore complessivo di 37,8 milioni, il che secondo il Politecnico di Milano ci colloca al terzo posto nella classifica del settore in Italia, dietro ad Anthilia e Finint».
Detto che per risorse gestite i finanziamenti agevolati restano il core business di Veneto Sviluppo (470 milioni sui 642 gestiti, è la prima finanziaria regionale d’Italia), la società, che guarda alla fintech, è intenzionata ad implementare l’equity (oggi a 42 milioni) e i minibond (24 milioni) e continua a lavorare al fondo, annunciato l’estate scorsa, per aiutare nella ristrutturazione del debito le aziende invischiate nei crediti incagliati, unlikely to pay: «Contiamo di chiudere entro l’anno - ha detto Spagna -. Ritardi? Di norma servono 12 mesi... Abbiamo cambiato partner, da Banca Leonardo a Pillarstone e abbiamo già iniziato il fund raising, con obiettivo 100 milioni, interamente raccolti tra investitori e imprese del Veneto. Vogliamo che sia chiaro che l’obiettivo non è solo il profitto, ma un concreto aiuto reciproco tra attori del territorio».
Nell’occasione Zaia ha anche chiarito l’orizzonte di Vtp, la società che gestisce il terminal passeggeri di Venezia di cui è socio Veneto Sviluppo: «Per noi è e rimane una partecipazione strategica. Attendo la nuova convocazione del Comitatone, anche perché c’è già un’ipotesi di ripartizione dei fondi. Per noi la soluzione alle Grandi Navi è quella uscita da lì: Canale Petroli, Vittorio Emanuele, banchina di due chilometri».