Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La figlia lo cerca tutti i giorni per 9 mesi: il corpo trovato nei boschi

Il corpo di Giocondo Ghirardo, 79 anni, era nel bosco. E’ morto passeggian­do

- Citter

VITTORIO VENETO Dall’8 giugno scorso, il giorno della sua scomparsa nei boschi del Bellunese, la figlia Monica non ha mai smesso di cercarlo. E ieri, finalmente, l’ha trovato: il cadavere del padre, Giocondo Ghirardo, 79 anni, era a due ore di cammino dal luogo dove era stata ritrovata la sua auto.

VITTORIO VENETO (TREVISO) «Eravamo davanti alla frana. Indecisi se continuare. Ho guardato il cielo e ho parlato con papà. Gli ho chiesto di darmi un segno. Poco dopo abbiamo sentito il verso di un animale selvatico e ho capito che dovevamo andare avanti e salire. Così l’ho ritrovato e ora io e mamma possiamo smettere di soffrire». A parlare con la voce ancora rotta dall’emozione è Monica Ghirardo. Una figlia che non si è mai arresa alla scomparsa del padre Giocondo, 79 anni di Vittorio Veneto (Treviso), sparito nel nulla l’8 giugno 2018 durante un’escursione a caccia di lumache in Val Tovanella, a Davestra nel Bellunese. Ieri, dopo mesi di ricerche, lo ha finalmente trovato.

L’uomo era nel mezzo di un bosco, fuori sentiero in località Pescoltre, una valle laterale della Val Tovanella, a due ore di cammino da dove era stata ritrovata la sua Seat Ibiza. Una zona solo lambita dalle ricerche, i cani molecolari infatti si erano fermati qualche decina di metri prima, in prossimità

 Alcune sensitive mi avevano detto che era stato investito e portato lontano, addirittur­a ucciso. Volevo la verità

di una frana. Un ostacolo che non ha fermato però l’amore di una figlia che in questi nove mesi non si è mai arresa. Di giorno inerpicata a perlustrar­e i boschi, di notte a casa a pensare a nuovi itinerari e nuovi modi per cercarlo. Con gli appelli diffusi ovunque o come il 15 marzo scorso quando, grazie al Soccorso Alpino e all’aiuto di alcuni amici, lo ha cercato anche con i droni. Tutto è iniziato quell’8 giugno, quando una camminata a caccia di lumache ha dato inizio al calvario di Monica e della sua famiglia. Da quell’escursione il 79enne non è mai tornato. Sono scattate le ricerche, con gli uomini del soccorso alpino e della protezione civile che per giorni hanno battuto boschi e sentieri della zona. Sospese dopo qualche giorno senza esito. Così le settimane e i mesi sono passati, e l’unica che non ha smesso di cercarlo è stata Monica. Con una determinaz­ione e una costanza che hanno sorpreso anche chi quelle ricerche le fa mestiere. Lei che su quella valle è salita decine e decine di volte. I primi tempi ogni giorno, poi due o tre volte a settimana fino a quando l’alluvione di ottobre prima e la neve d’inverno poi, l’hanno costretta a desistere. Ieri finalmente, il destino ha voluto che fosse proprio la figlia a ritrovarlo. «Ho sempre saputo che era morto. Ma la mia paura era che qualcuno gli avesse fatto del male. Come in molti ci avevano detto. Per questo non potevo smettere di cercarlo».

La disperazio­ne di questi mesi, infatti, l’ha spinta a rivolgersi anche ad alcune sensitive secondo le quali Giocondo sarebbe stato investito e il suo corpo trasportat­o lontano o addirittur­a ucciso e il buttato nel Piave. Invece era lì, in mezzo al bosco. E Monica era arrivata molte volte a pochi metri dal quel punto. «Sapevo che dovevo cercarlo oltre quella frana – racconta -. Ieri mattina il mio compagno mi ha detto, andiamo su e proviamoci. Sono sicura però, che se papà non mi avesse mandato quel segno, forse saremmo tornati indietro ancora una volta». Invece hanno proseguito e poco dopo il compagno ha avvistato una «macchia verde«. Lei ha guardato con il binocolo: «E’ papà. E’ lui. Lo abbiamo trovato». I due hanno quindi continuato a camminare, con i passi che si facevano sempre più veloci sul percorso scosceso, fino a raggiunger­lo: «Era seduto, con le gambe un po’ incrociate. Mummificat­o ma integro. L’autopsia stabilirà cosa lo ha ucciso, ma penso abbia avuto un infarto. E sono sollevata. Può sembrare brutto da dire, perché la sua morte ora è ufficiale. Ma adesso sappiamo che nessuno gli ha fatto del male». Monica e il compagno sono dovuti scendere fino alla strada per allertare il soccorso alpino, perché nel bosco i cellulari non hanno segnale. Poi la chiamata a casa e la corsa della mamma fino all’obitorio dell’ospedale di Belluno dove la salma di Giocondo è stata trasferita, dopo essere stata recuperata con l’elicottero. «Mia mamma mi è corsa incontro e mi ha abbracciat­o forte, piangendo mi ha detto: “L’hai trovato! Me l’hai riportato”».

 Eravamo davanti ad un frana, indecisi se proseguire. Guardando il cielo ho invocato un segno. Un animale ha attirato la nostra attenzione

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 ??  ?? Instancabi­leA sinistra Monica Ghirardo con il padre, a destra le operazioni di recupero del corpo. Sotto, i cartelli che ha appeso un po’ ovunque e una foto durante le sue quotidiane ricerche in montagna
Instancabi­leA sinistra Monica Ghirardo con il padre, a destra le operazioni di recupero del corpo. Sotto, i cartelli che ha appeso un po’ ovunque e una foto durante le sue quotidiane ricerche in montagna

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