Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Famiglie, via il logo: vince la linea M5S
Palazzo Chigi manda la diffida: tolto il patrocinio. Salvini difende il ministro. Di Maio lo attacca
VERONA Spaccatura nel governo sul XIII Congresso mondiale delle famiglie di Verona: palazzo Chigi diffida gli organizzatori, il ministro veronese Fontana va avanti per la sua strada. «Abbiamo ricevuto la diffida a utilizzare il logo di palazzo Chigi - confermano Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del Congresso - ma siamo orgogliosi di annunciare il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia (guidata dal leghista Fedriga, ndr)».
VERONA Un logo che va. E un patrocinio - e un ministro che arrivano. E in mezzo l’ondata di polemiche politiche che continua a infrangersi contro il convegno. Non sembra conoscere pace il XIII Congresso mondiale della famiglia che si terrà a Verona il prossimo fine settimana. Con l’ennesima giornata volata sulle ali degli j’accuse, delle precisazioni, delle prese di posizione. E delle conferme.
Intanto ieri il Movimento 5 Stelle è riuscito a solcare una linea Maginot nel governo, riuscendo a far passare il diktat lanciato da Di Maio contro il «Medioevo che si ritrova a Verona» e ripresa giovedì sera dal premier Conte che aveva «sconfessato» il ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, su quel logo della Presidenza del Consiglio «dato senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del governo».
Viatico non solo politico, ma anche «pratico» a quanto annunciato ieri, nel pomeriggio, da Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del congresso. «Abbiamo ricevuto la diffida ad utilizzare il marchio di Palazzo Chigi. Il cambio del logo è in corso e in più siamo orgogliosi di annunciare il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia». Aggiungendo, in serata che «ci è stato comunicato che dovremo usare come immagine del patrocinio concesso dal ministro per la Famiglia direttamente il logo della Repubblica Italiana: per noi si tratta di un felice guadagno». Organizzatori che hanno incassato anche il patrocinio calato sul piatto del congresso veronese dalla barricata leghista, nella persona del governatore friulano Massimiliano Fedriga. «Non solo ha dichiarato - andrò come presidente al congresso di Verona per la famiglia, ma la Regione Friuli Venezia Giulia darà il patrocinio, perché io penso che la tutela della famiglia e soprattutto dei bambini, che sono la parte più debole sia fondamentale». Fedriga che si è detto sorpreso «per l’aggressione che c’è stata contro questo congresso che non è una manifestazione medievale, ma è un congresso che guarda al futuro: il Medioevo lo vedo più che altro in quelle situazioni in cui una donna è costretta a fare delle scelte o deve avere una vita professionale penalizzata da un valore aggiunto che è quello di essere mamma». Messaggio, senza bisogno di piccione viaggiatore, destinato al capo politico dei pentastellati Di Maio che è tornato ad attaccare il ministro Fontana. «A Verona si parla della donna come essere inferiore all’uomo. Questo non può assolutamente ricevere il patrocinio di Palazzo Chigi e tanto meno il M5S può condividere le idee che si discutono lì».
Mentre l’altro vicepremier Matteo Salvini confermando la sua venuta a Verona, ha discettato sul concetto di famiglia. «Difendo il diritto di ciascuno di vivere a casa sua come vuole, ma finché campo difenderò il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà e a essere adottato dove ci sono una mamma e un papà». A ribadire che a Verona ci sarà, anche un altro ministro. Quello -«indipendente area Lega» come viene definito politicamente -all’Istruzione Marco Bussetti . «Ho ricevuto un invito, e parteciperò. Io parlerò dei rapporti tra scuola e famiglia. Bisogna pensare sempre al bene dei nostri ragazzi, e quando c’è un’alleanza forte tra la scuola e la famiglia le cose vanno meglio anche per i ragazzi». Aggiungendo, ospite del programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, che «per me le persone sono persone, non vanno giudicate assolutamente dal punto di vista dell’orientamento sessuale. Non faccio distinzioni da questo punto di vista, l’amore è amore. Per me le persone vanno rispettate tutte». Presenze, quelle «governative» di Fontana, Salvini e Bussetti duramente criticate dalla segreteria nazionale dell’Anpi. «Il congresso delle famiglie -hanno commentato i partigiani - fa violenza ai diritti civili. Vergognosa la partecipazione dei ministri leghisti. È squalificante, vergognoso ed offensivo che questa iniziativa retrograda, intollerante e oscurantista venga sostenuta da persone che ricoprono cariche istituzionali così importanti. Le libertà personali e collettive, l’uguaglianza, la non discriminazione, ottenuti con anni di dure lotte sociali e politiche sono principi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione dai quali non si può arretrare di un solo passo». Il tutto a chiusa di una polemica, quella sul logo, che ha tenuto banco per giorni, con gli organizzatori del congresso che prima dell’«ordine» di rimozione lo avevano definito «un loghetto, la cui questione non ci ha intrigato più di tanto» e girando la frittata con un «conta la sostanza. E il premier Conte ha riconosciuto il valore della famiglia fondata sul matrimonio, esattamente in linea con il nostro pensiero e ha distinto le altre forme di convivenza basate su natura affettiva, come le unioni civili». Logo e patrocinio che ieri, prima della «rimozione», avevano visto schierarsi anche 240 giuristi italiani ed europei che in un appello ne chiedevano la revoca. Quella che è stata accolta con giubilo dalla deputata del Pd, Giuditta Pini. «Fontana voleva portare come trofeo al Congresso il simbolo delle istituzioni della Repubblica. Lo abbiamo fermato insieme. Abbiamo vinto una battaglia, ma la lotta è ancora lunga. La primavera è appena iniziata», ha concluso. Senza sapere, forse, di quel via libera sbandierato dagli organizzatori, all’uso del logo della Repubblica Italiana.