Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Costi standard, vincerebbe anche il Sud
Un nuovo studio riapre il dibattito sull’autonomia. Zaia: «Se è vera l’analisi di Sose, perché fermarla?»
VENEZIA «Fabbisogni standard», l’espressione basta da sola a far sollevare ulteriormente la pelle già sollevata dei veneti in paziente attesa dell’autonomia. E poco cambia che sia declinata dal Sose, braccio operativo di Mef (ministero dell’Economia e Finanze) e Bankitalia, sull’istantanea dei Comuni italiani. Lo studio, presentato alla commissione per il federalismo fiscale delle Regioni, nulla ha a che spartire con la richiesta di autonomia differenziata del Veneto (si parlava della riforma Calderoli). Eppure. I risultati a macchia di leopardo raccontano una storia diversa dalla narrazione del Nord che saccheggia il Sud. A scorrere la decina di tabelle, dai rifiuti agli asili nido passando per le spese del personale, si inquadra un futuro «standard» in cui l’indignata Campania vede salire praticamente tutti gli indicatori. Come e più del Veneto. E il governatore Luca Zaia non perde l’occasione per ribattere con una battuta tagliente: «Se è vero che il Veneto, come ha ipotizzato il Sose, con l’autonomia ci perderà, il
Azzalin Anche Zaia ha capito: l’autonomia non porterà neanche un euro in più
Sud Italia dovrebbe essere tranquillo e quindi si potrebbe fare l’autonomia. L’obiettivo del Paese è quello di diventare virtuoso. E, di fronte a 30 miliardi di sprechi, suggerisco di applicare i costi standard per vedere da dove derivano questi sprechi. Certo non da noi, che abbiamo la sanità in ordine e non esportiamo malati».
Numeri alla mano, la situazione appare esattamente questa: il Veneto vedrebbe crescere gli introiti nel passaggio da costo storico a costo standard. La cifra di partenza è sempre inferiore alla media nazionale. «Segno evidente spiegano al Sose - che l’amministrazione veneta è virtuosa». Se la Campania, restiamo nel confronto a due per comodità - spende già per i rifiuti più di 196 euro ad abitante (con la spesa standard arriverà a oltre 204) mentre il Veneto parte da 145 per arrivare a 153 è perché qui ci sono gli impianti di smaltimento faticosamente realizzati in passato. Sembrerebbe una strategia win-win. Il saldo del passaggio, infatti, è zero per il Paese. Certo, regioni come Lombardia, Toscana e Liguria, hanno davanti prospettive di ridimensionamento. Regge, genericamente, l’idea di un Sud che spende di più solo sul fronte della macchina burocratica per intenderci. Intanto il Pd attacca con il consigliere regionale Graziano Azzalin: «Adesso se ne accorge anche Zaia: per le eventuali nuove competenze la Regione riceverà le stesse risorse spese oggi dallo Stato. Non un euro in più». L’ad di Sose, Vincenzo Atella demolisce l’ipotetica dicotomia Nord-Sud: «I fabbisogni standard sono fondamentali per ricucire il Paese: dalla nostra analisi emerge che i Comuni del Sud spendono meno di quelli del Centro e del Nord ma offrono meno servizi. E la tendenza è di destinare maggiori risorse alle funzioni amministrative, invece che ai servizi». Ferme restando le variabili, dalla demografia alle rendite catastali non aggiornate al buco nero di «Roma capitale».