Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La procura nomina quattro superconsulenti Sotto inchiesta le spese
Il fascicolo non nasce dagli esposti del M5s
Non un solo consulente, ingegnere ambientale, ma addirittura quattro, ciascuno con specifiche competenze: è un pool di esperti quello nominato dalla procura di Vicenza nell’ambito dell’inchiesta aperta sulla Superstrada Pedemontana Veneta, relativamente al tratto vicentino.
Un’articolata indagine per valutare l’impatto e la compatibilità ambientale dell’opera, individuare la natura dei materiali utilizzati e movimentati finora nei cantieri, a caccia di eventuali reati ambientali. Possibili abusi e illeciti già segnalati dalle forze dell’ordine e nei diversi esposti arrivati in tribunale. Quelli che, ritenuti “verosimili” dai primi accertamenti, hanno fatto scattare la nuova inchiesta. Eppure, stando a quanto trapelato da palazzo di giustizia, tra gli esposti che hanno convinto la procura ad attivarsi non ve ne sono a firma di esponenti del Movimento 5 Stelle, piuttosto di comitati cittadini. E gli ambiti in cui la procura “scaverà” – è proprio il caso di dirlo – sono tanti, con sopralluoghi già effettuati in diversi cantieri, non solo in quello di Vallugana di Malo, dove mercoledì era presente anche il pubblico ministero Cristina Carunchio titolare dell’inchiesta. Al momento senza indagati e senza necessità di far scattare sequestri (oltre a quelli già in essere: a Malo, per un incidente mortale, e a Castelgomberto, per un cedimento). Il magistrato sta coordinando il lavoro dei carabinieri forestali, rispetto all’ambito ambientale, e della guardia di finanza per quanto di sua competenza. Stando a indiscrezioni - le bocche sono cucite - le fiamme gialle si starebbero concentrando in particolare su spese e capitolato, per capire se siano state rispettate tutte le voci e prescrizioni in fase di avanzamento dei lavori o se invece questo non sia avvenuto, arrivando magari ad aggirare le norme in materia ambientale. Gli stessi militari starebbero anche passando al setaccio la documentazione del cantiere della galleria di Malo acquisita con il sopralluogo di mercoledì e fornita dallo stesso concessionario. Al contempo sono al lavoro i quattro consulenti, ciascuno per il proprio settore, non solo quindi, viene da supporre, sulla compatibilità ambientale, ma anche su quanto rinvenuto scavando di inquinante e inquinato, spaziando dal suolo all’aria alle falde. Parallelamente si stanno muovendo anche i consulenti del comitato cittadino di Vallugana di Malo, piccola valle i cui residenti si trovano costretti a ricorrere al medico, con problemi a respirare e a dormire, a causa del rumoroso e movimentato cantiere in cui esploderebbero mine a tutte le ore del giorno e della notte. Proprio ieri il legale delle famiglie, Giorgio Destro, ha effettuato un sopralluogo con la consulente ambientale Marina Lecis «per accertare il potenziale impatto e rischio ambientale dell’opera». Quanto poi alla montagna di rifiuti rinvenuti nel cantiere di Montecchio Maggiore, rifiuti sul cui contenuto giovedì il direttore della struttura di progetto SPV, Elisabetta Pellegrini, ha tranquillizzato, i grillini dichiarano: «Quella discarica va bonificata e tutta l’area messa in sicurezza».