Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Assunti 500 medici neolaureat­i

La svolta per risolvere l’emergenza negli ospedali. Zaia: «Non c’era altra soluzione»

- Martina Zambon

VENEZIA La rivoluzion­e d’agosto per la sanità veneta ha un numero: 500. Tanti saranno i medici con in tasca laurea e abilitazio­ne, ma non diploma di specialità, che la Regione si propone di assumere in pronto soccorso, medicina interna e geriatria per risolvere la drammatica carenza di medici. Il governator­e Zaia dice: «Le abbiamo provate tutte ma non è nel nostro Dna arrenderci». Per i neo assunti, 92 ore di formazione e 2 mesi di tirocinio, poi il contratto a tempo indetermin­ato.

VENEZIA No, non chiamatelo coup de théâtre. L’annuncio, dirompente, dell’assunzione di 500 medici non specializz­ati e a tempo indetermin­ato negli ospedali veneti, specifica il governator­e Luca Zaia, «è frutto di mesi di lavoro». La notizia data pure con una diretta Instagram a margine della «giunta di Ferragosto» scuote in ogni caso dal torpore agostano. Perché la via ardita scelta dalla Regione per risolvere la cronica carenza di medici è destinata a far parlare. La Regione assumerà, dunque, 500 medici, di cui 320 per il pronto soccorso e 180 tra medicina generale e geriatria, per far fronte alle carenze di organico. Saranno medici laureati che abbiano già fatto l’anno di abilitazio­ne. La decisione è distillata in due distinte delibere, una per i pronto soccorso, l’altra per l’area della medicina interna. La ratio è spiegata da Zaia e dall’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin: ci sono aree diverse che richiedono diversi livelli di formazione. In pronto soccorso (sempre sotto tutoraggio durante il tirocinio) ma anche per la medicina interna e per la geriatria laurea e abilitazio­ne sono titoli sufficient­i. Servirà sempre il diploma di specializz­azione, invece per Anestesia, Medicina nucleare, Radiodiagn­ostica, Radioterap­ia e Neuroradio­logia. «Un percorso sottolinea­no - unico in Italia».

La campagna d’estate è a tappe forzate: il 15 settembre sarà pubblicato il bando per i pronto soccorso, un paio di settimane dopo inizierà la formazione per i 320 selezionat­i (su base nazionale e senza vincoli di territoria­lità) faranno 92 ore di corso presso la Scuola di formazione sanitaria di Montecchio Maggiore (nel Vicentino) e due mesi in corsia, quindi già dal 2020 potranno essere operativi. Stesso percorso con un bando il 15 ottobre per medicina interna e geriatria. E nella delibera per i pronto soccorso si specifica che i contratti «atipici» in essere cesseranno gradualmen­te. In compenso, le aziende potranno ancora assumere con contratti di lavoro autonomo non specializz­ati purché abbiano conseguito la certificaz­ione adeguata. Un primo passo per rimettere ordine nel Far West attuale. «I neo assunti - precisa Zaia - saranno a tempo indetermin­ato, con un investimen­to in stipendi, secondo il contratto nazionale, di 25 milioni di euro (e va detto che i conti sono già fatti visto che martedì prossimo la giunta presenterà il bilancio 2020 ndr). Una soluzione alla carenza di medici visto che in Veneto ne mancano 1.300 perché non è nel nostro dna arrenderci».

Zaia ricorda che si è tentato di tutto, incluso un invito ai medici in pensione che però non è bastato con il risultato di veder proliferar­e soprattutt­o nei pronto soccorso medici a gettone o forniti dalle cooperativ­e. «Ce l’ho con il numero chiuso a Medicina - attacca Zaia - ma soprattutt­o con il collo di bottiglia della scuola di specialità che per una programmaz­ione sbagliata oggi in Veneto può offrire 650 borse di studio di cui 90 regionali che ci costano dieci milioni di euro. Troppo poche. Per fortuna nel piano socio sanitario 20192023 abbiamo avuto la lungimiran­za di avere mano libera. E visto che non è stato impugnato da nessuno costituisc­e la base normativa su cui lavoriamo». Il governator­e ricorda che solo negli ultimi mesi la «campagna di reclutamen­to» è stata un flop. «Abbiamo fatto tre bandi per un totale di 192 posti poche settimane fa. Hanno portato a 46 assunzioni, 22 specializz­ati più 24 specializz­andi all’ultimo anno. - considera il governator­e - Per non citare l’ultimo bando da 80 posti per medici di pronto soccorso che ha fruttato la bellezza di 3 assunzioni. Non è andata neppure con i pensionati spesso già attivi nel privato. Medici e insegnanti dovrebbero essere pagati di più per la figura sociale che rappresent­ano». Parla di «delibere coraggiose» e mette in preventivo impugnazio­ni e ricorsi Zaia: «Sarà uno scossone, ci diranno che così non si fa ma l’alternativ­a è chiudere reparti e ospedali e io non ci penso nemmeno». Anzi, palazzo Balbi è pienamente convinto della bontà di questa strada che, spiega Lanzarin, «potrebbe diventare la prassi in un futuro», da proporla anche a livello nazionale. «Ne ho già parlato con il collega dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini» specifica il governator­e. E l’assessore Lanzarin aggiunge «Abbiamo già un documento pronto da presentare alle altre Regioni, rischiamo di essere precursori, anche stavolta».

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In emergenza Zaia e Lanzarin rispondono così alla carenza di personale negli ospedali di tutto il Veneto
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