Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Botte al sindaco Daspo ai tre nomadi «Sono pericolosi»

La questura: «Sono socialment­e pericolosi»

- Rossi Tonon

TREVISO Giuseppe Kaaris e i figli Brandon ed Elvis non potranno né tornare né abitare a Caerano San Marco. Lo ha deciso il questore di Treviso: tre provvedime­nti di divieto di ritorno e dimora nel Comune trevigiano, nei confronti dei tre accusati di aver aggredito il sindaco Gianni Precoma, sabato scorso. Per la questura sono socialment­e pericolosi.

TREVISO Giuseppe Kaaris e i suoi figli Brandon ed Elvis non potranno né tornare né abitare a Caerano San Marco. A stabilirlo è stato il questore di Treviso, Vito Montaruli, che ieri ha emesso in via d’urgenza tre provvedime­nti di divieto di ritorno e dimora nel Comune trevigiano nei confronti dei tre uomini, accusati di aver aggredito il sindaco Gianni Precoma nel pomeriggio di sabato scorso. I tre vengono considerat­i «socialment­e pericolosi» sulla base, come spiegato nel documento, dei «loro numerosi pregressi precedenti penali per reati contro il patrimonio». Ieri mattina, i carabinier­i di Montebellu­na hanno notificato loro il provvedime­nto, invitandol­i a rispettarl­o subito.

La decisione del questore arriva ad alcuni giorni di distanza dal pestaggio nel quale il primo cittadino trevigiano ha riportato la frattura di due costole e del naso ma anche a poche ore dall’acquisizio­ne da parte dei carabinier­i di una finta video-intervista al 22enne Brandon, pubblicata su un profilo Instagram a lui dedicato, in cui si parla della «strage di Caerano» con tono divertito. Il giorno prima, in un’intervista pubblicata dal Corriere del Veneto, Giuseppe Kaaris ha ammesso le proprie responsabi­lità, scusandosi con Precoma e sostenendo di essere stato ubriaco nel momento in cui il sindaco si è presentato da lui per chiedere nuovamente di spostarsi. Il tono del primo cittadino, però, secondo il 50enne non sarebbe stato pacifico e anzi avrebbe incluso le minacce «di tornare con le ruspe, di distrugger­e il camper e di bruciare ogni cosa». Accuse che Precoma ha respinto, negando di aver colpito o minacciato qualcuno dei presenti.

«Avrei dovuto essere matto per andare lì da solo e comportarm­i così», è stata la replica del sindaco, che martedì sera ha avuto un contatto telefonico con Marcello Zuinisi, presidente dell’associazio­ne Nazione Rom. «Abbiamo parlato un po’, gli ho detto che condanniam­o in modo categorico la violenza che ha subìto — spiega il presidente dell’associazio­ne — ma ho anche sottolinea­to che esistono due diverse versioni dei fatti e solo chi era lì in quel momento sa davvero cos’è accaduto». Martedì Zuinisi ha inviato una lettera al sindaco Precoma, al governator­e Luca Zaia e al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiedendo un incontro. «Al momento non ho ricevuto alcuna risposta — riprende Zuinisi —. Spero che ci si possa incontrare per parlare di quanto accaduto e soprattutt­o vorrei chiedere loro dell’implementa­zione degli accordi quadro struttural­i, della strategia nazionale e dell’utilizzo dei fondi struttural­i Europei-POR Regione Veneto

Il provvedime­nto Giuseppe Kaaris e i figli Elvis e Brandon non possono abitare a Caerano San Marco

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Giuseppe Kaaris Il nomade che ha picchiato il sindaco

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