Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Un anno dopo Perizie ultimate su 500 ponti «Veneto sicuro»
L’allarme raccolto dai tecnici: oggi tra lavori avviati, conclusi e 500 perizie «siamo più sereni»
VENEZIA L’inimmaginabile orrore del crollo sul viadotto Polcevera il 14 agosto di un anno fa a Genova è diventato monito per la sicurezza. E dodici mesi dopo il Veneto conta 4 cantieri già ultimati sui 20 messi in preventivo da Veneto Strade che, nel frattempo, ha verificato con esito positivo tutti i suoi 500 ponti. Lo stesso sta facendo Anas per i manufatti di sua competenza e segnala che a oggi ci sono interventi di manutenzione in corso ma di tipo ordinario. Un’eccezione è stato il cantiere di un gioiello architettonico come Ponte nella Priula che ha dovuto essere chiuso durante i lavori. E pure le Province hanno dato priorità alle manutenzioni lamentando però la carenza di fondi promessi da Toninelli. Alla richiesta di monitoraggio del ministro all’indomani della tragedia di Genoa, il Veneto ha risposto con rapidità. Palazzo Balbi ha stanziato 15 milioni di euro su tre anni di cui 300 mila euro per la verifica di ogni singolo ponte dei 500 ponti in gestione a Veneto Strade e il resto per i lavori necessari. Se ne contano altri 390 in gestione ad Anas. E, infine, ci sono ben 112 ponti veneti la cui paternità resta dubbia come raccontava il Corriere del Veneto a febbraio. Ponti lasciati nel limbo burocratico a causa di atti di proprietà e gestione andati perduti. Questo il dato fornito da Anas che, però, nell’incertezza assicura di verificare ogni manufatto come fosse proprio.
Il quadro, tutto sommato, è confortante. E, nell’ultimo anno si segnalano almeno quattro interventi d’eccellenza. Il consolidamento e restyling di un gioiello architettonico e dal forte valore simbolico a Ponte della Priula, nel Trevigiano da parte di Anas; la ricostruzione del ponte sulla tangenziale Vigonovese nel Padovano, la partnership fra Provincia di Treviso e Anas sul monitoraggio sperimentale tramite sensori di un altro ponte storico, quello di Vidor. E infine, proprio a proposito di sensori, si avvia a conclusione un’altra sperimentazione, quella dal sapore hi tech di Veneto Strade sul ponte che attraversa il torrente Rudavoi alle porte di Cortina d’Ampezzo. «I sensori wi fi registrano h 24 tutti i parametri di movimento del manufatto, - spiega il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi -inviandoli in tempo reale ai nostri tecnici. A sperimentazione conclusa estenderemo progressivamente questa tecnologia su tutti i nostri ponti». I 15 milioni stanziati dalla giunta sono destinati a 20 interventi su altrettanti ponti di cui 15 in pianura e 5 nel Bellunese. In pianura i cantieri si sono conclusi su tre ponti (due viadotti sulla tangenziale di Treviso e uno in provincia di Padova), in montagna, poi, si è concluso quello di Longano, nei pressi di Sedico. «Abbiamo ovviamente proceduto in base alle priorità. E gli altri sedici interventi - spiega Vernizzi - saranno appaltati tutti entro la primavera del 2020. Le verifiche sui 500 ponti decretano che non ne abbiamo nessun in condizioni pericolose». Anas, da parte sua, ricorda che fa ispezioni ogni tre mesi di ponti e gallerie e una volta l’anno scattano verifiche approfondite con topografi e sensoristica per monitorare le oscillazioni da transito. E Autovie venete sottolinea di avere sul campo 11 «ispettori di ponti e viadotti» per l’A4. Pieno fermento anche nel Padovano: si inaugura in questi giorni il nuovo ponte di Bovolenta, ex Ponte Blu e a settembre partirà il cantiere per il restauro del ponte di Correzzola sul Bacchiglione.