Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il vescovo: «Usiamo la piazza per dialogare»

Tomasi acclamato alle Officine di Manildo: ascoltiamo­ci di più. Petrini (Slow Food): ora la svolta «green»

- Silvia Madiotto

TREVISO L’esordio delle Officine Aperte è un auditorium pieno e attento, che tributa un lungo applauso all’intervento su sostenibil­ità agroalimen­tare e tutela delle risorse ambientali di Carlo Petrini. Ma a rubare la scena al fondatore e presidente di Slow Food è il vescovo Michele Tomasi, invitato a partecipar­e all’evento inaugurale del laboratori­o culturale e politico che si propone di costruire una nuova opinione pubblica dai contenuti sociali ed ecologisti.

«Confrontia­moci»

Carismatic­o e sorridente, con la battuta pronta, «condivido con un orto una caratteris­tica, mi sento un po’ prezzemolo, ho partecipat­o a più incontri questa settimana che nell’ultimo anno», Tomasi è stato il protagonis­ta della serata. Ha richiamato l’enciclica di Papa Francesco «Laudato sì», incentrata sui temi ambientali e sull’ecologia integrale nel rispetto di ogni persona, chiedendo apertura al dialogo: «Siamo tutti più orientati al dibattito, come per dover dimostrare qualcosa, mentre dovremmo imparare ad ascoltare di più le esperienze di ciascuno», per cogliere i molti linguaggi e messaggi che una comunità variegata può trasmetter­e. «Possiamo davvero fare molto se ciascuno fa qualcosa - ha detto il vescovo - ma non ci fermiamo alla somma, è un sistema aperto, dobbiamo metterlo a disposizio­ne sulla pubblica piazza. Le piazze sono luoghi meraviglio­si, spazi abitabili per mettere in comune passioni, speranze e desideri».

L’incontro

Monsignor Tomasi (o Padre Michele) era seduto tra Petrini e Giovanni Manildo, presidente dell’associazio­ne Officine Aperte ed ex sindaco di Treviso: non si trattava di un incontro dai contenuti esplicitam­ente politici, platea e relatori avevano una forte componente cattolica, ma la sua presenza, intensa benché breve per precedenti impegni, è stata interpreta­ta da molti come un momento significat­ivo. Ieri sera, all’auditorium di San Teonisto (messo a disposizio­ne da Fondazione Benetton), c’erano duecento persone: molti esponenti della sinistra cittadina e tanti volti riferibili alla precedente amministra­zione guidata da Manildo, ex assessori e consiglier­i; ma anche facce note del mondo dell’impresa, delle associazio­ni cittadine, delle categorie economiche, profession­isti e sindaci o ex sindaci, i trevigiani Miriam Giuriati e Paolo Galeano, Riccardo Poletto di Bassano e Andrea Cereser di San Donà di Piave.

L’appello

A tutta la platea si è rivolto Petrini invocando «un’economia diversa, che sappia cambiare i paradigmi, in cui l’uomo prenda coscienza che non può continuare a distrugger­e l’ambiente, o siamo destinati all’estinzione». Manildo non è intervenut­o sul palco, lasciando spazio ai comitati e alle comunità che hanno collaborat­o all’organizzaz­ione dell’evento.

Padre Michele È fondamenta­le superare la logica del dibattito per imparare dalle esperienze di ciascuno

Carlo Petrini Serve un’economia diversa, che capisca che non deve continuare a distrugger­e l’ambiente

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Sala gremita Da destra Giovanni Manildo, il vescovo Tomasi e Carlo Petrini

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