Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Caffè pagato con il bancomat via libera dai commercian­ti

Bancomat per i mini acquisti, via libera da artigiani e negozianti Dagli industrial­i apprezzame­nti per gli incentivi. Regione critica

- Favero

C’è un sostanzial­e via libera alla manovra, pur senza entu- siasmi, delle imprese che ve- dono segnali d’inversione di tendenza rispetto al recente passato su incentivi e cuneo fiscale. I commercian­ti accetteran­no le multe per chi rifiuta il pagamento con il bancomat.

Per Confartigi­anato il voto sulla legge di bilancio è sei e mezzo, Confcommer­cio ricorda che siamo nel 2019 e che pagare il caffè con il bancomat dovrebbe già essere una cosa normalissi­ma, e su questo converge anche la Cgia di Mestre, purché si vada verso un azzerament­o delle commission­i. Gli industrial­i prendono atto dell’inversione di tendenza, rispetto al governo precedente, in merito agli incentivi per gli investimen­ti su Industria 4.0 e, alla fine, l’unico a stroncare dalla base la manovra perché giudicata ostile alla piccola impresa è l’assessore regionale veneto allo sviluppo economico, Roberto Marcato.

L’impianto licenziato all’alba di ieri dal Consiglio dei Ministri non entusiasma certo le categorie produttive di casa nostra ma il giudizio generale del tessuto produttivo, pur espresso a caldo e al netto di sempre possibili ritocchi, è che sia stato partorito il «meno peggio dei testi possibili». Nei limiti imposti dall’anemia finanziari­a e con l’abilità da giocolieri nel contenere il parco degli scontenti, dunque, oltre all’allontanam­ento dello spettro della lievitazio­ne dell’Iva ci sono alcuni punti «nobili» che le imprese riescono a scorgere.

Il primo è la capacità di riconoscer­e gli effetti prodotti dagli incoraggia­menti agli investimen­ti nella digitalizz­azione della produzione (iper e superammor­tamenti) introdotti dai governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. «A differenza dell’esecutivo gialloverd­e – dice Luciano Vescovi, presidente di Confindust­ria Vicenza – il ministro per lo sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha cambiato rotta e ci sembra di intravvede­re la volontà di tornare verso azioni di accompagna­mento delle imprese all’investimen­to. Se le aziende venete hanno potuto mantenere e potenziare la competitiv­ità in questi ultimi anni è stato grazie ai massicci sforzi compiuti nel rinnovo tecnologic­o del proprio parco macchine». Apprezzame­nti per gli incentivi previsti per l’efficienta­mento energetico degli immobili giungono poi da Agostino Bonomo, presidente della Confartigi­anato. «Le misure fiscali a favore del rifaciment­o delle facciate – osserva ancora – dovrebbero portare anche ad un abbellimen­to di molte periferie cresciute senza criterio nella seconda metà del secolo scorso. Per quanto ci riguarda, poi, leggiamo una nuova attenzione, modesta ma meglio di nulla, verso la riduzione del cuneo fiscale. Ci sarebbe piaciuta un’azione più incisiva, magari operando su alcune fasce intermedie di aliquote Iva per certe categorie, ma comprendia­mo quanto sia difficile fare il legislator­e con le casse dello Stato in queste condizioni. Personalme­nte – conclude Bonomo – vedo con favore anche i piccoli interventi a favore delle famiglie, la questione demografic­a non è un argomento che possa lasciarci indifferen­te».

C’è poi il capitolo dedicato al contrasto dell’evasione fiscale che si declina anche nella tracciabil­ità degli acquisti e genera le discusse sanzioni nei confronti di chi rifiuti di accettare pagamenti elettronic­i. Un elemento che Massimo Zanon, leader veneto di Confcommer­cio, ritiene sostanzial­mente marginale: «Dobbiamo accettare il fatto che siamo nel 2019, che avere un Pos in casa ed un conto corrente sono il minimo per chi voglia fare impresa e che in molti altri paesi europei l’uso di bancomat e carte di credito è la normalità anche per spese di pochi euro. Chi fa resistenza – aggiunge – ritengo esprima una situazione di sconforto personale più che una reale intenzione di difendere la propria azienda». Che questo possa ricadere in forma di effetti palpabili nel recupero di imposte non pagate è un altro discorso: «Non ho mai saputo di un barista che porti i soldi in Svizzera – chiude Zanon – e personalme­nte non credo che l’insieme delle misure di lotta ai contribuen­ti infedeli porterà ai risultati sperati».

Chi non ha mezze misure nel respingere in toto la manovra, fino ad esortare il Governo a ritirare in particolar­e la parte in cui si parla di sanzioni penali per gli evasori, è Marcato: «In tempi in cui nemmeno più gli assassini finiscono in galera – tuona l’assessore - mi chiedo perché accanirsi in questa maniera contro chi contribuis­ce in Veneto a rendere la nostra economia un modello. La bozza delinea provvedime­nti che andrebbero a vanificare l’enorme sforzo che la Regione sta facendo per supportare i piccoli imprendito­ri, asse portante della nostra economia». Il tentativo di recuperare tasse non pagate, conclude, si tradurrà «in una lotta senza confine solo nei confronti delle Pmi, mentre potrebbero rimanere impuniti i grandi evasori. Una vera e propria assurdità».

Luciano Vescovi A differenza dell’esecutivo gialloverd­e, il nuovo governo accompagna le imprese all’investim ento

Agostino Bonomo Leggiamo una nuova attenzione, modesta ma sempre meglio di nulla, verso la riduzione del cuneo fiscale

Massimo Zanon Dobbiamo accettare il fatto che siamo nel 2019, avere un Pos e un conto corrente è il minimo per fare impresa

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