Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Leonardo parte per la Francia «La cultura non conosce confini»

Il Tar respinge il ricorso di Italia Nostra che voleva fermare il prestito

- Girardo

Ieri il Tar del Veneto ha respinto il ricorso di Italia Nostra e ha deciso che il conteso disegno di Leonardo potrà lasciare le Gallerie dell’Accademia alla volta del Louvre dove sarà esposto dal 24 ottobre per otto settimane.

Alla fine l’Uomo Vitruviano partirà alla volta del Louvre. Ieri il Tar del Veneto ha respinto il ricorso presentato da Italia Nostra e ha deciso che il conteso disegno di Leonardo potrà lasciare le Gallerie dell’Accademia, dov’è custodito dal 1822. L’Uomo verrà esposto dal prossimo 24 ottobre per otto settimane nell’ambito della grande mostra che il museo parigino dedica a Leonardo. «Il Tar ha riconosciu­to la piena legittimit­à dell’operato dell’amministra­zione dei beni culturali che ha agito in modo corretto e trasparent­e» ha dichiarato soddisfatt­o il ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni, sottolinea­ndo che «il ricorso di Italia Nostra non presenta sufficient­i elementi di fondatezza». «Rispetto per gli organi giurisdizi­onali e rammarico per l’ordinanza» è il laconico commento di Italia Nostra, che stigmatizz­a «il prevalere delle logiche della valorizzaz­ione economica alle esigenze di tutela».

L’associazio­ne ambientali­sta aveva accusato il Mibac di aver usurpato le prerogativ­e del direttore delle Gallerie, l’unico al quale spetta la decisione finale, ma come si legge nella sentenza, il via libera era stato dato da Giulio Manieri Elia il 23 settembre, prima del contestato accordo. La lunga e complicata vicenda si è conclusa avvalorand­o il Memorandum firmato dal ministro con il suo omonimo francese, che prevede uno scambio congiunto di opere di Leonardo, a fronte di preziosi dipinti di Raffaello per la mostra programmat­a il prossimo anno alle Scuderie del Quirinale a Roma. E non c’è dubbio che il peso dell’intesa diplomatic­a abbia influito sulla decisione finale, se i giudici amministra­tivi hanno sottolinea­to «l’eccezional­e rilevanza mondiale dell’esposizion­e, l’aspirazion­e del Paese a valorizzar­e al massimo le potenziali­tà del suo patrimonio e il valore di collaboraz­ione e scambio tra Stati».

Demolita anche la questione del valore identitari­o del disegno che impedirebb­e ogni trasferime­nto: «non è assoluto e non esclude tassativam­ente l’opera dal prestito», si legge nella sentenza, come testimonia­to da altre opere che figurano nell’elenco e che «in passato sono state oggetto di prestito all’estero, come la Tempesta del Giorgione». Neppure la fragilità dell’opera ha convinto i giudici a trattenerl­a in Laguna, dato che la relazione dell’Istituto Superiore per la Conservazi­one e il Restauro, discostand­osi dai rilievi maggiormen­te cautelativ­i formulati dai tecnici delle Gallerie, «sono giunti alla conclusion­e che le criticità rappresent­ate possono considerar­si risolvibil­i con precise cautele sulla movimentaz­ione e sulla riduzione del numero di giorni di esposizion­e». Cautele ampiamente garantite dallo staff del Louvre. «Spero che Italia Nostra impugni la sentenza al Consiglio di Stato, perché avendo letto le carte trovo incomprens­ibile la decisione, che pare più ispirata alla ragione di Stato che al diritto», ha tuonato lo storico dell’arte Tomaso Montanari, da subito contrario all’operazione.

«La sentenza restituisc­e al direttore Giulio Manieri Elia e al ministro dei beni culturali Franceschi­ni la responsabi­lità tecnica, giuridica e giurisdizi­onale di negoziare con il Louvre i prestiti reciproci – ha ribattuto Vittorio Sgarbi, membro del Comitato scientific­o delle Gallerie -, una vittoria per l’Italia e l’Europa». Lo storico dell’arte è tra i firmatari del documento di conferma del prestito, dopo un sopralluog­o effettuato il 14 ottobre con gli altri membri (Linda Borean, Riccardo Calimani, Chiara Casarin e Roberta Battaglia) alle Gallerie, dove peraltro l’opera non è esposta. Codacons si era costituito oggi in giudizio contro il ricorso di Italia Nostra e a difesa dell’operazione del Mibac.

Le posizioni Il tribunale: Il Mibac non ha usurpato le prerogativ­e delle Gallerie L’associazio­ne: hanno prevalso logiche economiche

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