Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Padova capitale dello smog Allarme polveri

Dossier dell’Agenzia europea per l’Ambiente: «A rischio la Pianura Padana, i limiti sono sistematic­amente violati»

- Nicolussi Moro

VENEZIA Allarme smog in Pianura Padana, secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente la culla delle concentraz­ioni di polveri sottili, azoto e ozono. In particolar­e, Padova è la città più inquinata d’Italia.

L’allarme lo aveva lanciato VENEZIA lo scorso 5 giugno, in occasione della «Giornata mondiale per l’ambiente», l’Agenzia spaziale europea (Esa), che rielaboran­do dati e foto dal satellite aveva indicato la Pianura Padana come l’area più inquinata del vecchio continente, soprattutt­o per la concentraz­ione di ossidi dell’azoto e polveri sottili. Varie le cause: inquinamen­to industrial­e, motori diesel, concimi e letame del bestiame negli allevament­i intensivi. Ora la conferma dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea), che nel «Rapporto annuale sulla qualità dell’aria» redatto sulla base degli indici di smog rilevati nelle centraline di tutti i Paesi Ue, vede l’Italia al primo posto per morti premature dovute a biossido di azoto (14.600 decessi) e ozono (3mila) e al secondo posto per le vittime del particolat­o fine PM2,5 (58.600).

A proposito di polveri sottili, nell’ambito di una Pianura Padana che la Nasa ha definito «la camera a gas d’Italia» (ci vivono 23 milioni di persone, il 43% della popolazion­e nazionale), Padova si distingue per il primato di Pm2,5 e Pm10. Anche in Europa, secondo il dossier Esa, che la classifica la più inquinata tra le città più piccole. «Due milioni di italiani vivono in aree della Pianura Padana dove i limiti imposti dall’Unione Europea ai tre principali inquinanti sono sistematic­amente violati», recita il report. E infatti la Commission­e Europea ha già avviato due procedure d’infrazione contro l’Italia per i superament­i continui e di lungo periodo dei valori limite di Pm10 e biossido di azoto. Se la Corte di Giustizia Ue dovesse condannare il nostro Paese, potrebbero essere elevate sanzioni economiche molto pesanti e si rischiereb­be la riduzione dei fondi struttural­i europei. La situazione infatti, sempre secondo il rapporto Aea, non migliora nemmeno nelle aree rurali, che registrano sforamenti quotidiani della soglia di guardia per il particolat­o. Lo rileva il 60% delle centraline che hanno registrato, in generale, parametri irregolari.

«E’ un’emergenza da affrontare subito — avverte Ugo Taddei, avvocato di ClientEart­h, Ong di diritto ambientale che promuove azioni legali contro lo smog in tutta Europa —. Il governo italiano deve impegnarsi, già con la legge di Bilancio, stanziando risorse per aiutare i cittadini a scegliere una mobilità che non danneggi la salute. E le Regioni, in particolar­e le più colpite come quelle del Bacino padano, devono predisporr­e piani per la qualità dell’aria ambiziosi, limitando la circolazio­ne dei veicoli più inquinanti e investendo sul trasporto pubblico». E proprio in questa direzione dovrebbe andare l’«Accordo di Bacino Padano» siglato il 9 giugno 2017 a Bologna da Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto e ministero dell’Ambiente, per cercare di migliorare la qualità dell’aria e in vigore anche quest’anno, dal primo ottobre al 31 marzo 2020.

Anche perché uno studio condotto per 13 anni su 312.944 residenti in nove Paesi europei (Italia inclusa) e pubblicato su «The Lancet Oncology» stabilisce la correlazio­ne tra inquinamen­to e tumore al polmone. E indica le concentraz­ioni di polveri sottili ad alto rischio: media di 13 microgramm­i per metro cubo d’aria in Norvegia, 15/16 in Svezia e Inghilterr­a, 17 in Danimarca, 20 in Austria, 25 in Olanda e 46/48 in Val Padana. Diverse ricerche firmate invece dall’Università di Padova attestano la relazione tra smog e malattie respirator­ie e cardiovasc­olari (asma, broncopneu­mopatie, infarto, ictus, cardiopati­e ischemiche), e relativo rischio di mortalità che aumenta dello 0,30% per ogni 10 microgramm­i in più di inquinante. «Nonostante un quadro così preoccupan­te, le Regioni della Pianura Padana si distinguon­o per la debolezza dei provvedime­nti antismog, quest’anno resi ancora meno efficaci dalle tante deroghe concesse dai Comuni — denuncia Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambient­e —. Lo stesso Accordo di bacino padano prevede misure più emergenzia­li che programmat­iche e lascia ai sindaci piena libertà decisional­e, senza imporre alcun coordiname­nto da parte delle Regioni. Il risultato è la deregulati­on e la scarsa adesione dei Comuni delle cinture urbane». Scorrendo l’ultimo rapporto di Legambient­e, «Mal’aria 2019», Padova, Venezia, Rovigo e Treviso sono nella top ten delle città più inquinate d’Italia.

Lazzaro Colpa di misure deboli, anche per la marea di deroghe concesse dai Comuni

 ??  ?? Dal satellite La foto della Pianura Padana soffocata dall’inquinamen­to, in particolar­e polveri sottili e ossidi dell’azoto. Secondo l’Agenzia ambientale europea è l’area più inquinata
Dal satellite La foto della Pianura Padana soffocata dall’inquinamen­to, in particolar­e polveri sottili e ossidi dell’azoto. Secondo l’Agenzia ambientale europea è l’area più inquinata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy