Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chiusura di Radiologia, duello tra Comitato e Usl

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PIEVE DI CADORE Grido di allarme dei comitati popolari sulla presunta chiusura del reparto di Radiologia all’ospedale di Pieve di Cadore, ma l’Usl 1 «Dolomiti» rassicura: «Notizia falsa». Il mese prossimo andrà in pensione la responsabi­le del reparto, la dottoressa Emanuela De Gerone, ma secondo l’Azienda sanitaria questo non implicherà la chiusura del servizio.

In realtà il «Comitato salute pubblica degli ospedali di Pieve di Cadore e Agordo» aveva paventato la chiusura temporanea del reparto dalle 14 di ogni pomeriggio a partire da novembre, denunciand­o l’ennesimo taglio ai servizi essenziali per il territorio. «Questi due ospedali sono nati come “presidi salva vita” per la gente che vive qui — dichiara il Comitato — Nel 2012 il presidente Zaia li ha privati del servizio di reperibili­tà notturna e festiva per interventi di emergenza-urgenza. Questo significa che se qualcuno di noi dovesse avere patologie tempo-dipendenti rischiereb­be di morire».

Il direttore generale dell’Usl 1 «Dolomiti» però smentisce la notizia. «Non è vero — chiarisce Adriano Rasi Caldogno — Per ora, almeno a me, non risulta. Nel medio e lungo periodo si vedrà».

Per il Comitato però la sostanza non cambia. «Se le voci non sono vere, meglio — spiegano — Vediamo però quanto tempo resisterà il reparto. Fino a gennaio? Il problema rimane. Si parla spesso di spopolamen­to, ma non c’è nessuna proposta da parte della Regione. Anzi continuano a tagliare i servizi, tra cui quelli salva-vita. Chi rimane in un territorio dove c’è più probabilit­à di morire? Bisogna forse ricordare che molti Comuni delle terre alte hanno fatto referendum per andarsene dal Veneto? Basta tagli ai servizi essenziali per la nostra montagna».

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