Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Addio a Giovanni Goppion gigante centenario del caffè

A cento anni si è spento l’imprendito­re che ha fondato l’omonimo marchio. Domani i funerali

- Gianni Favero

TREVISO Si è spento a 100 anni Giovanni Goppion, gigante del caffè.

PREGANZIOL (TREVISO) L’11 giugno scorso aveva varcato la soglia dei 100 anni con festa di figli e nipoti attorno alla torta. Fino a non molto tempo prima, cioè fino ad una caduta con frattura del femore, Giovanni Goppion non mancava mai di visitare due volte al giorno la sua torrefazio­ne e tutti gli uffici della sede storica di Preganziol.

Mercoledì l’ultimo dei fondatori della etichetta trevigiana del caffè si è spento, il funerale è fissato per domattina nella chiesa parrocchia­le di Casier. «È una pagina che si gira, un’epoca che si chiude» dice Paola Goppion, figlia di Ottorino, uno dei cinque fratelli di Giovanni e una fra i discendent­i dei fondatori che hanno scelto di rimanere in azienda. Con Paola, responsabi­le della comunicazi­one, lavorano due cugini e la figlia di uno di essi, Silvia, cioè la «terza generazion­e». Oggi Goppion Caffè è una Spa da 12 milioni di fatturato realizzato in 30 paesi, 34 dipendenti più tre in una filiale aperta a Vienna pochi mesi fa. Interament­e in mano alla famiglia, gli asset — compresa una società immobiliar­e — sono divisi equamente per tre secondo le linee di discendenz­a riferibili ai fratelli che hanno voluto continuare il business nato nel 1948 con l’acquisizio­ne della Torrefazio­ne Trevigiana Caffè. Anche se l’inclinazio­ne per questo prodotto risale ad anni precedenti grazie ad esperienze maturate da alcuni dei fratelli in paesi come Etiopia e Venezuela.

È nella seconda metà del secolo scorso, tuttavia, che Goppion Caffè intraprend­e la strada di una modernità forse in anticipo sui tempi in cui il resto del Veneto l’avrebbe intercetta­ta. Ne sono segnali chiari lo stabilimen­to, disegnato da Adalberto Perona, con linee inedite e grande parco a ridosso del Terraglio, e un marchio, firmato da Umberto Facchini, diventato rapidament­e riconoscib­ile nel mondo. «Lo zio Giovanni era probabilme­nte il volto più noto alla gente di Treviso — aggiunge la nipote — perché più di tutti gli altri seguiva la caffetteri­a in centro storico. Metodico e rigoroso, di lui non si ricorda un minimo eccesso nello stile di vita, nemmeno una sigaretta accesa». Messaggi di vicinanza alla famiglia Goppion sono giunti ieri da più parti, fra cui Assindustr­ia Venetocent­ro, attraverso la presidente, Maria Cristina Piovesana. Giovanni, sottolinea, «è stato un imprendito­re esemplare parte di quella generazion­e che dopo la Seconda guerra mondiale ha posto le basi, con impegno, tenacia e sacrificio, per la ripresa e lo sviluppo del nostro territorio».

«Una storia familiare nata da una piccola torrefazio­ne di provincia — si accoda il presidente della regione Luca Zaia — che oggi continua ad essere una grande realtà. Il Veneto è orgoglioso di persone come Giovanni Goppion».

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Capostipit­e Giovanni Goppion ha fondato un impero sul caffè

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