Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tre lupacchiotti nati e fotografati Ed è polemica
Il presidente dell’Ente parco: «Ottima notizia per l’ecosistema». L’attacco di Berlato: «Sono troppi»
BELLUNO Che i lupi si spostassero abitualmente nei boschi bellunesi era un fatto noto, ma che stessero così bene da riprodursi è tutta un’altra storia. La fototrappola installata dai naturalisti Ivan Mazzon, Bruno Boz, Roberto Sacchet e Stefano Dal Col ha permesso di immortalare tre giovani cuccioli all’interno del Parco nazionale Dolomiti bellunesi.«La notizia della riproduzione del lupo all’interno del Parco – spiega il presidente Ennio Vigne – è un dato di estremo interesse dal punto di vista scientifico e naturalistico. Conferma la qualità degli ambienti e arricchisce ulteriormente il patrimonio faunistico dell’area, contribuendo anche a ristabilire i normali equilibri dell’ecosistema». Si stima che nel Bellunese vi siano almeno tre branchi stabili: uno nella zona dell’alto Agordino, uno sulla dorsale prealpina della sinistra Piave in Valbelluna e un terzo sul massiccio del Grappa. Un numero che spaventa gli agricoltori soprattutto se messo in relazione alle numerose foto di asini e pecore sbranati.
Ma è stata chiara, a inizio mese, la risposta della Commissione Ue all’interrogazione dell’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto in cui chiedeva di rivedere lo status del lupo sostenendo che non fosse più una razza in via di estinzione e chiedendo di fatto di legittimare l’abbattimento: «il lupo è una specie protetta e non si tocca». Ed è sempre l’Europa ad aver messo a disposizione, attraverso il progetto «Life WolfAlps Eu», dei fondi per proteggersi dai lupi, di cui 251.000 euro solo per il Parco bellunese. «Il consolidamento della presenza del lupo – continua Vigne – ci spinge a proseguire nelle attività di prevenzione dei possibili danni al bestiame domestico. In 18 mesi abbiamo accertato, all’interno del Parco, una quarantina di predazioni su animali selvatici a opera dei lupi, e negli ultimi tre anni un solo attacco a quelli domestici. Questi dati dimostrano che quando si applicano misure idonee di prevenzione degli attacchi e si riesce a instaurare una collaborazione positiva tra allevatori ed Ente pubblico i danni sono contenuti». Per molti, però, la presenza dei lupi e i danni sul bestiame hanno un peso diverso. «Certo, i cuccioli sono teneri. Faccio presente, però, che sono teneri anche gli agnellini, i vitellini e gli asinelli sbranati dai lupi e non meritano minor rispetto – attacca Sergio Berlato, consigliere regionale di Fdi - Le mie iniziative legislative mirano a un contenimento di buon senso come accade nel resto d’Europa per consentire la convivenza di specie selvatiche e insediamenti antropici, allevamenti e greggi di pecore. Lo scorso 22 agosto la Francia ha autorizzato l’abbattimento del 20% dei 530 lupi francesi. In Italia sono più di 3.000…».