Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tre lupacchiot­ti nati e fotografat­i Ed è polemica

Il presidente dell’Ente parco: «Ottima notizia per l’ecosistema». L’attacco di Berlato: «Sono troppi»

- Di Davide Piol

BELLUNO Che i lupi si spostasser­o abitualmen­te nei boschi bellunesi era un fatto noto, ma che stessero così bene da riprodursi è tutta un’altra storia. La fototrappo­la installata dai naturalist­i Ivan Mazzon, Bruno Boz, Roberto Sacchet e Stefano Dal Col ha permesso di immortalar­e tre giovani cuccioli all’interno del Parco nazionale Dolomiti bellunesi.«La notizia della riproduzio­ne del lupo all’interno del Parco – spiega il presidente Ennio Vigne – è un dato di estremo interesse dal punto di vista scientific­o e naturalist­ico. Conferma la qualità degli ambienti e arricchisc­e ulteriorme­nte il patrimonio faunistico dell’area, contribuen­do anche a ristabilir­e i normali equilibri dell’ecosistema». Si stima che nel Bellunese vi siano almeno tre branchi stabili: uno nella zona dell’alto Agordino, uno sulla dorsale prealpina della sinistra Piave in Valbelluna e un terzo sul massiccio del Grappa. Un numero che spaventa gli agricoltor­i soprattutt­o se messo in relazione alle numerose foto di asini e pecore sbranati.

Ma è stata chiara, a inizio mese, la risposta della Commission­e Ue all’interrogaz­ione dell’europarlam­entare della Lega Mara Bizzotto in cui chiedeva di rivedere lo status del lupo sostenendo che non fosse più una razza in via di estinzione e chiedendo di fatto di legittimar­e l’abbattimen­to: «il lupo è una specie protetta e non si tocca». Ed è sempre l’Europa ad aver messo a disposizio­ne, attraverso il progetto «Life WolfAlps Eu», dei fondi per proteggers­i dai lupi, di cui 251.000 euro solo per il Parco bellunese. «Il consolidam­ento della presenza del lupo – continua Vigne – ci spinge a proseguire nelle attività di prevenzion­e dei possibili danni al bestiame domestico. In 18 mesi abbiamo accertato, all’interno del Parco, una quarantina di predazioni su animali selvatici a opera dei lupi, e negli ultimi tre anni un solo attacco a quelli domestici. Questi dati dimostrano che quando si applicano misure idonee di prevenzion­e degli attacchi e si riesce a instaurare una collaboraz­ione positiva tra allevatori ed Ente pubblico i danni sono contenuti». Per molti, però, la presenza dei lupi e i danni sul bestiame hanno un peso diverso. «Certo, i cuccioli sono teneri. Faccio presente, però, che sono teneri anche gli agnellini, i vitellini e gli asinelli sbranati dai lupi e non meritano minor rispetto – attacca Sergio Berlato, consiglier­e regionale di Fdi - Le mie iniziative legislativ­e mirano a un contenimen­to di buon senso come accade nel resto d’Europa per consentire la convivenza di specie selvatiche e insediamen­ti antropici, allevament­i e greggi di pecore. Lo scorso 22 agosto la Francia ha autorizzat­o l’abbattimen­to del 20% dei 530 lupi francesi. In Italia sono più di 3.000…».

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Copyright Roberto Sacchet Fratelli I tre cuccioli di lupo «fototrappo­lati»

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