Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Cgil e il caso tornelli: «In una scuola pubblica non sarebbero permessi»
TREVISO «Nella scuola pubblica i tornelli non sarebbero stati ammessi, sarebbe una violazione della libertà di movimento» afferma subito Marco Moretti, segretario provinciale del comparto per la Cgil. La decisione del collegio Pio X di Treviso di munire docenti e studenti di un badge per accedere all’istituto è frutto di una lunga riflessione per dotare una delle scuole più prestigiose della città (con circa 1.500 alunni dall’asilo al liceo) di un «sistema di controllo e sicurezza» che permette di conoscere in tempo reale le presenze. Sarà una sorta di registro informatico di ultima generazione, che consente a professori e genitori di verificare la presenza dei ragazzi, e uno strumento anti-intrusioni. «Sarebbe contrario ai nostri principi è una forma di controllo eccessivo che va oltre ogni immaginazione – spiega Moretti -, parliamo di Treviso non del Bronx, non ci sono fenomeni di delinquenza tale da richiedere tornelli a scuola». Alla Cgil non sono arrivate segnalazioni di altri istituti che abbiano discusso l’argomento nella Marca, «le resistenze la farebbero naufragare
Moretti Treviso non è il Bronx, non ci sono rischi tali da giustificare il loro uso
all’istante». Il Pio X però, sottolinea il sindacalista, è una scuola privata, paritaria e di ispirazione religiosa (è un collegio vescovile fondato nel 1920), ha in forze insegnanti iscritti al sindacato ma non delegati interni.
Il badge non è stato introdotto solo per registrare presenze e assenze, ma per motivi di sicurezza, per evitare che un altro furto come quello avvenuto pochi mesi fa si possa ripetere. «Per evitarlo - chiude Moretti - la risposta è un potenziamento del personale di sorveglianza».