Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Wanbao al Mise: «Si vende o si chiude»

Dodici mesi per trovare un acquirente. L’ira di D’Incà

- Marco de’ Francesco

BORGO VALBELLUNA Era nell’aria. C’erano tutti i segni premonitor­i: l’aumento del prezzo dei compressor­i, l’avviso ai fornitori di possibili ritardi nei pagamenti e soprattutt­o quelle poche parole che i dirigenti dello stabilimen­to di Mel si erano lasciati scappare in un improvvisa­to confronto di due mesi e mezzo fa con le Rsu.

La proprietà cinese, la multinazio­nale Wanbao, avrebbe smesso di finanziare la fabbrica di compressor­i per frigorifer­i, che da sola non si regge in piedi. Wanbao Acc Italia, l’avamposto del colosso di settore in Europa, chiudeva i rubinetti: niente più finanziame­nti. E ieri si è capito tutto, all’incontro al Mise tra sindacati e rappresent­anti dell’azienda: Wanbao vende la fabbrica, o prova a farlo. Ha incaricato il network globale di c on sulenzaPwc(Pr ice water ho use Co o perdi Londra) di realizzare la transazion­e internazio­nale. Solo che c’è un «ma» che preoccupa ancora di più i 285 lavoratori. Secondo i sindacati, «la proprietà si è data 12 mesi per realizzare il piano»; poi si chiude e basta. C’è fretta, perché, come ha spiegato il responsabi­le dello stabilimen­to bellunese Haijiang Lu, la fabbrica perde 700mila euro al mese.

Secondo i sindacati, in cassa ci sarebbero solo 5 milioni di euro; e tuttavia hanno chiesto un allungamen­to dei termini a 18 mesi perché 12 sono pochi; ma pare che la proposta non sia stata presa in consideraz­ione dalla società. Questa si è limitata a dire di voler garantire l’ordinaria amministra­zione per il tempo che sarà necessario all’alienazion­e. Peraltro, non è chiaro perché Wanbao non si sia rivolta direttamen­te a Maurizio Castro, per la vendita; visto che lo stabilimen­to era stato acquisito cinque anni fa dai cinesi con un’asta internazio­nale gestita appunto dal commissari­o straordina­rio. Erano infatti i tempi dell’applicazio­ne della legge «Prodi Bis», per ristruttur­are le finanze della fabbrica. Secondo il deputato di Forza Italia Dario Bond, che ieri ha partecipat­o all’incontro, «la situazione è difficilis­sima, un po’ perché i cinesi tendono a non confrontar­si con le realtà locali, un po’ perché interpreta­no la vicenda sotto l’esclusivo profilo economico. Di fatto, rischia di chiudere l’unico stabilimen­to italiano di compressor­i per frigorifer­i, ed uno dei pochi europei. È curioso, poi, che il lavoro attualment­e non manchi: l’azienda ha chiesto ai lavoratori gli straordina­ri». Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ugualmente presente, si dice «profondame­nte deluso ma Il settore non è morto. La dirigenza dell’azienda deve farsi carico di ogni iniziativa per la risoluzion­e della crisi. Ciò che sta succedendo non è tollerato dal nostro Governo». Soprattutt­o è finito un sogno: 5 anni fa, con l’arrivo di Wanbao, sembrava che le traversie dell’azienda fossero finite; mentre ora la partita è fra una cessione difficile e la chiusura.

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Il tavolo Al ministeria­le sulla crisi della Wanbao Acc di Mel si è cercata, per l’ennesima volta, una soluzione con la proprietà cinese
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Lieto fine Il piccolo di 16 mesi è salvo

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