Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cesa: «C’è disperazio­ne per le sorti di Acc»

I timori del sindaco sulla crisi della fabbrica italo-cinese. «La chiusura sarebbe devastante per il territorio»

- Marco de’ Francesco

BORGO VALBELLUNA «C’è una grande disperazio­ne da queste parti». Poche parole, quelle del sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa, che però descrivono lo stato d’animo prevalente a Mel e dintorni. Il fatto è che la vicenda di Wanbao Acc Italia è «senza pace, senza fine». Soprattutt­o se si pensa che l’azienda ha passato i guai anche prima dell’acquisto cinese.

Chi vi lavora, in un certo senso, è un sopravviss­uto alle continue ristruttur­azioni, all’amministra­zione straordina­ria e alle varie azioni di contenimen­to dei costi. Ora il personale conta 285 dipendenti, contro gli oltre 1.600 dei bei tempi. Una contrazion­e continua, che però questa volta rischia di diventare implosione. «E la maggior parte delle famiglie coinvolte vive da noi - continua Cesa - o, in misura minore, nelle vicinanze, come a Feltre. Per il territorio sarebbe una sciagura». Cesa si riferisce alla difficile vendita internazio­nale dello stabilimen­to, la cui necessità è stata dichiarata al Mise qualche giorno fa da rappresent­anti della proprietà cinese (il colosso Wanbao di Guangzhou): ci sono pochi mesi per realizzare un’operazione davvero complicata. A quanto si è capito, solo sette mesi. Poi si chiude. Per Cesa, non ci si può neanche attendere la solidariet­à degli imprendito­ri locali: «Quando a ottobre dello scorso anno l’azienda ha inoltrato 76 lettere di licenziame­nto, non si è fato vivo nessuno, benché avessimo chiesto aiuto». Dunque? «Dunque - continua Cesa - non ci resta che guardare avanti, e promuovere una rapida vendita. Si può dire che, per certi versi, la situazione attuale è migliore di quella di cinque anni fa, quando l’azienda fu oggetto dell’asta internazio­nale organizzat­a dal commissari­o straordina­rio Maurizio Castro. Non risultano pendenze con le banche, e la possibile chiusura di Secop, azienda di Fürstenfel­d (Austria) un tempo parte della galassia Acc, potrebbe, in un certo senso, rappresent­are un vantaggio competitiv­o per l’acquirente. Non ci sono tante aziende in Europa che fanno il mestiere dell’Acc». Che sarà eventualme­nte individuat­o dal network globale di consulenza Pwc (Pricewater­houseCoope­r di Londra), incaricato da Wanbao di sondare il terreno.

«Solo un soggetto industrial­e potrebbe salvarci - termina Cesa -, uno che abbia voglia di investire in ricerca e sviluppo e in un nuovo compressor­e, tecnologic­o e digitale. Mi auguro soltanto che i cinesi facciano sul serio». Sindacati a rappresent­anti dell’azienda si troveranno nuovamente al Mise a metà dicembre.

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Preoccupat­i Il sit-in dei lavoratori Acc davanti alla prefettura di Belluno

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