Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Terremoto in Cattolica tolte le deleghe a Minali
Il manager: sono amareggiato. Bedoni: decisione inevitabile
VERONA Una scossa tellurica ad alta intensità ha scosso dalle fondamenta, cogliendo tutti di sorpresa come avviene per ogni terremoto degno di questa definizione, il mondo finanziario e assicurativo veneto. Nel tardo pomeriggio di ieri, il Consiglio di amministrazione di Cattolica, riunito in seduta straordinaria sotto la presidenza di Paolo Bedoni, ha dato il benservito all’amministratore delegato Alberto Minali, 54 anni, arrivato alla guida del gruppo assicurativo veronese nel giugno del 2017. Tutti i poteri di capo azienda sono stati conferiti all’attuale direttore generale, Carlo Ferraresi, 53 anni. Minali conserva il suo posto in Cda.
Una rottura traumatica, quella tra il board di Cattolica e il top manager venuto dalle Generali, come dimostrano le parole che lo stesso Minali ha consegnato a una mail, inviata ai colleghi subito dopo la riunione del Cda: «Vi informo che il Consiglio di amministrazione ha deciso di revocarmi le deleghe di Amministratore delegato. Non serbo rancore nei confronti di coloro che mi hanno tolto la fiducia professionale, convinto che si tratti di una decisione profondamente sbagliata. Ho appreso questa notizia - specifica ancora Minali - nella stessa sessione consigliare, non senza sorpresa e con quel senso di amarezza che si sperimenta quando si sa, in coscienza, di avere compiuto il proprio dovere professionale».
Di certo, i vertici della compagnia assicurativa non possono rimproverare all’ormai ex Ad i risultati economici conseguiti, visto che l’ultima relazione semestrale al 30 giugno scorso segnava una forte crescita dell’utile netto (+ 20,5%) e una crescita complessiva della raccolta sia nel ramo vita (+ 14,8%) che nel ramo danni (+ 3%). La rottura, perciò, si è consumata su un altro terreno, se possibile ancor più insidioso del conto economico: quello della governance aziendale e del rapporto con i soci. Recita infatti la nota ufficiale di Cattolica, rilasciata alle 18 e 30 di ieri, a Borse chiuse: « Il Consiglio di amministrazione ha constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con l’amministratore delegato per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’amministratore delegato verso il Consiglio di amministrazione e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze». Anche sotto il felpato linguaggio delle comunicazioni formali, si coglie chiaramente il senso della vicenda: board e amministratore delegato sono entrati in rotta di collisione (la «divergenza di visione») e l’oggetto del contendere, con tutta probabilità, ha a che fare con l’essenza stessa della compagnia veronese. Lo si coglie in un altro passaggio della nota ufficiale: «Il Consiglio di amministrazione ha confermato la volontà di perseguire l’attuazione del piano di crescita già annunciato ai mercati e ha ribadito l’impegno a difendere i valori fondanti e il modello cooperativo e a valorizzare la sostenibilità nel tempo dell’investimento dei soci e degli investitori». Par di capire, insomma, che il board temesse un progressivo allontanamento dall’originaria forma cooperativa, a favore di una trasformazione in società per azioni, prospettiva che, se realizzata, avrebbe rischiato di allontanare la compagnia dal suo territorio di riferimento, esponendola secondo alcuni soci anche all’eventualità di essere scalata o acquisita da competitor di dimensioni maggiori.
Anche il presidente Paolo Bedoni, a giochi fatti, ha voluto inviare un messaggio ai dipendenti del gruppo: «La decisione (della revoca delle deleghe all’ad Alberto Minali, ndr) è dolorosa, ma inevitabile per preservare e garantire al meglio valori e obiettivi di Cattolica Assicurazioni». Bedoni sottolinea poi che «Carlo Ferraresi, fino a oggi direttore generale, assume tutte le deleghe operative, sapendo di poter contare sulla collaborazione e la fiducia di tutte e tutti noi». Il nuovo capo azienda, prima di approdare in Cattolica nel 2012 come direttore finanza e investor relations manager, era managing director in Credit Agricole. In precedenza aveva svolto ruoli di rilievo in campo finanziario, assicurativo e riassicurativo in Italia e nel Regno Unito.
Come si usa in queste occasioni, il Cda ha comunque ringraziato l’ex Ad per il lavoro svolto. Minali, dal canto suo, ha voluto ringraziare gli stretti collaboratori: «Per la vicinanza e per l’affetto - ha scritto - , che ho cercato di contraccambiare, nel mio piccolo, dando un esempio di integrità, coraggio e dedizione».
Minali Non serbo rancore verso chi mi ha tolto la fiducia professionale, convinto che si tratti di una decisione profondamente sbagliata
La decisione
Un Cda straordinario ha messo fine al rapporto che durava dal giugno del 2017
Il successore
Tutti i poteri operativi passano al direttore generale della compagnia, Ferraresi