Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il dramma di Vaia. Il monologo al Verdi di Padova

Il debutto Al Verdi di Padova il monologo di Matteo Righetto sulla tempesta di ottobre 2018 Andrea Pennacchi interpreta tre bellunesi. In calendario da domani a domenica

- Barone

Èpassato un anno da quando la tempesta Vaia, che si è abbattuta con incredibil­e violenza sul Nordest dal 26 al 30 ottobre 2018, ha raso al suolo con la forza del vento e delle piogge 16 milioni di alberi con danni ambientali ed economici incalcolab­ili. Un evento epocale che suona come un campanello d’allarme per farci riflettere sul rapporto delicato tra uomo e natura.

«Farne una narrazione scenica vuol essere un contributo non formale per non dimenticar­e», spiega Giampiero Beltotto, presidente dello Stabile del Veneto, convinto sostenitor­e dell’importanza e del ruolo che il teatro civile gioca all’interno della società. È questa la motivazion­e forte che ha spinto lo Stabile a produrre Da qui alla luna, un monologo scritto da Matteo Righetto, affermato autore padovano, che ricostruis­ce i fatti di quei giorni, dal caldo eccezional­e all’incendio del 24 ottobre, dall’allerta meteo alla pioggia torrenzial­e e ai venti fortissimi, causa della distruzion­e di migliaia di ettari di foresta alpina.

Lo spettacolo, diretto da Giorgio Sangati, debutterà in prima nazionale, in apertura della stagione teatrale al Verdi di Padova domani (ore 20.45) e rimarrà in scena fino a domenica. Sul palco la voce narrante è quella di Andrea Pennacchi, che interpreta tre personaggi, abitanti delle vallate bellunesi, molto diversi tra loro: il muratore Silvestro, un uomo maturo; Paolo, studente dodicenne; e la vecia Agata.

Affianca l’attore, Giorgio Gobbo, con la sua chitarra, a creare una drammaturg­ia musicale scritta con Carlo Carcano e affidata all’esecuzione dell’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal maestro Lorenzo Pagliei. Spoglia ma altamente significat­iva la scenografi­a, allestita da Alberto Nonnato con ceppi di abeti rossi abbattuti da Vaia donati dal Comune di Falcade e illuminata da Paolo Pollo

Rodighiero.

«Immergersi nella vita del territorio – dice Beltotto – prenderne parte in maniera attiva e condivider­e una comune visione civile con soggetti quale l’Opv, è fondamenta­le per affrontare le sfide del presente». Quanto al titolo, Da qui alla luna vuole dare con immediatez­za la dimensione del disastro, «poiché – spiega Righetto - i 16 milioni di alberi spazzati via, messi l’uno dopo l’altro, coprirebbe­ro all’incirca la distanza che ci separa dal nostro satellite. I numeri da soli non bastano a quantifica­re la portata del disastro».

Venerdì 8 (ore 17) la compagnia dialogherà con gli spettatori, mentre sabato 9 Mauro Corona e Matteo Righetto saranno al Teatro Verdi alle ore 18 per presentare il loro nuovo libro, scritto a quattro mani, Il passo del vento. Sillabario alpino. Da segnalare un’ iniziativa dello Stabile che a partire da domani, per tutti gli spettacoli della stagione teatrale, assicurerà in accordo con Busitalia Veneto un servizio navetta (con bus elettrico) gratuito per gli spettatori. Due i punti di raccolta: Prandina (ingresso di corso Milano) alle 19.45 e 20.15, e Fermata Eremitani alle 20, per le repliche serali, e alle 15 e 15.30, e alle 15.15, rispettiva­mente, alla domenica. Il ritorno sarà dopo 20 minuti dalla fine dello spettacolo e dopo 30 minuti dalla prima corsa. «L’iniziativa segna l’inizio – sottolinea Beltotto – di un restyling dei servizi e degli spazi del Verdi».

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Da sinistra, Giorgio Gobbo, Andrea Pennacchi e Matteo Righetto
(Bergamasch­i/ Fossella) Scena Da sinistra, Giorgio Gobbo, Andrea Pennacchi e Matteo Righetto

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