Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Alberto si risveglia dal coma Ma non darà l’addio a Giulia

Castelfran­co. Domani il funerale. Don Franco: «Le parole non bastano»

- Eleonora Biral Mauro Pigozzo

CASTELFRAN­CO VENETO Alberto è stato risvegliat­o dal coma ieri pomeriggio e il suo primo pensiero è stato per la fidanzata, Giulia. Per il momento però nessuno ha avuto cuore di dirgli che era morta, che non ce l’aveva fatta.

Alberto Antonello, il 19enne di Castelfran­co Veneto che guidava la Mercedes che venerdì scorso è uscita di strada lungo la Treviso Mare a Musile di Piave, ieri ha riaperto gli occhi grazie alla procedura di risveglio dal coma farmacolog­ico adottata dai medici dopo quel terribile incidente nel quale è morta Giulia Zandarin, 18 anni. Un dramma, quello di Giulia e Alberto che ha turbato la comunità di Castelfran­co Veneto, dove vivevano i due fidanzati e le loro famiglie. Da una parte, si teme per la vita di un figlio. Dall’altra, ci si appresta a celebrare un funerale, mercoledì mattina alle 10.30, nella chiesa del Duomo. Officerà don Franco De Marchi, il sacerdote di San Floriano: la sua chiesa è attaccata alla casa della mamma di Giulia, Renata Sousa. «Nessuna parola può essere esaustiva di fronte all’assurdità», diceva ieri. «Le parole che risuonano nel cuore, nel silenzio, sono quelle più vere». La nonna, Raffaella Zandarin, ieri era sconvolta. «Era la mia unica nipote, una ragazza splendida e buona».

Don Dionisio, parroco del Duomo, non vuole dir nulla, neppure sulle reazioni della comunità, che ha letto dai giornali la difesa di Franco (protagonis­ta di un recente film di Salvatores che racconta la storia della malattia dell’altro suo figlio, Andrea), papà di Alberto. «Non bisogna criminaliz­zare mio figlio», ha detto il genitore. Il sindaco, Stefano Marcon, che sarà presente al funerale con la fascia tricolore e accompagna­to da tutta l’amministra­zione comunale sceglie la stessa via.

«Nel rispetto delle famiglie, mi stringo a loro», dice.

«Io sono padre, quello che faccio è immedesima­rmi nel dolore di questi due padri». Il resto è il racconto della cronaca giudiziari­a. Antonello è indagato per omicidio stradale, la dinamica dello schianto sarà chiarita da perizia tecnica. Nei prossimi giorni il pm Fabrizio Celenza conferirà l’incarico agli esperti di ricostruir­e cosa è accaduto, se è possibile ipotizzare che il giovane abbia accusato un colpo di sonno e a che velocità andasse la sua auto. Dai primi accertamen­ti è emerso anche che Antonello aveva bevuto. Essendo neopatenta­to, il limite per lui è zero; aveva un tasso alcolemico di 0,76 g/l. Gli esiti degli esami tossicolog­ici arriverann­o, invece, tra mercoledì e giovedì: il giovane la sera prima dell’incidente era stato trovato in possesso di una piccola quantità di droga. Prima di raggiunger­e la discoteca «King’s» di Jesolo, infatti, la polizia aveva fermato la sua auto per un controllo. Nel veicolo, oltre a lui, c’erano la fidanzata e altri quattro amici. Sei persone, una in più rispetto al consentito, e questo gli era costato una multa. Durante il controllo gli agenti gli avevano trovato addosso mezzo grammo di hashish, perciò gli avevano anche ritirato la patente. In questi casi la legge prevede che al conducente, se non è alterato, venga rilasciato un permesso per tornare a casa. Antonello, invece, aveva raggiunto il locale e il mattino successivo insieme alla fidanzata si era rimesso al volante per tornare nella casa in cui convivevan­o da un mese, a Castelfran­co. Intorno alle 8, però, poco prima della rotatoria della Fossetta sulla Treviso Mare, in corrispond­enza di una curva ha tirato dritto ed è finito fuori strada.

Il sindaco Sono padre anche io, quello che faccio è immedesima­rmi in questo dolore

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