Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Aumentano gli anziani, l’infermiere si trasforma in servizio a domicilio

Quindici assunzioni per l’assistenza a casa

- S Ma.

TREVISO Il numero dei pazienti assistiti a domicilio dall’Usl 2 è raddoppiat­o nel giro di cinque anni: un po’ per l’invecchiam­ento della popolazion­e, che richiede cure specifiche preferendo rimanere nella propria abitazione e agli affetti familiari, ma anche grazie alla mobilitazi­one dei servizi di cure palliative che da quest’anno hanno rafforzato del 15% il personale a disposizio­ne. L’attività si concentra quindi sempre più sull’uscita di operatori specializz­ati, oltre un centinaio nella Marca per i quattro distretti (Pieve di Soligo, Asolo, Treviso Nord e Treviso Sud), con minore ricorso all’ospedalizz­azione e ai ricoveri. «Abbiamo fatto 15 nuove assunzioni di infermieri– spiega il direttore generale Francesco Benazzi – e dovremo essere pronti per aumentare ancora le dotazioni, pensando anche alle risorse da destinare al servizio».

Ieri l’azienda sanitaria e i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscrit­to il protocollo per la programmaz­ione socio sanitaria, sulla base delle nuove schede ospedalier­e regionali e i piani di zona. La priorità condivisa con le parti sociali è l’assistenza domiciliar­e e organizzaz­ione del lavoro, implementa­ndo l’organico in modo proporzion­ale e progressiv­o, qualifican­do l’attività di geriatria territoria­le per le cure palliative, oncologich­e e non oncologich­e.

I pazienti in Adi (assistenza domiciliar­e integrata) erano 14.488 nel 2016, con 200 mila prestazion­i annue; nel 2018 sono stati 22.876 con 459 mila accessi del personale. Nei primi 9 mesi del 2019 sono già stati registrati 7.595 pazienti a Pieve di Soligo, 6.748 ad Asolo e 8.336 a Treviso (negli stessi tre comprensor­i, l’assistenza del medico di famiglia ha comportato 362, 1.022 e 248 attività). Significa 22.679 persone, quasi quante nell’intero anno precedente. «Cinque anni fa erano la metà e i numeri aumenteran­no ancora in futuro, questo ci dicono le stime e le analisi socio-demografic­he in Italia e nella Marca – sottolinea Paolino Barbiero, segretario regionale dello Spi Cgil -. Servirà investire sempre più in questo settore, incrementa­re l’attività significa prevedere l’andamento crescente». Per la gran parte infatti gli utenti che benefician­o dell’assistenza sono anziani over 65, che in provincia sono 191 mila; le maggiori fragilità sono per gli over 75, 97 mila anziani. La scelta dell’assistenza domiciliar­e è un’agevolazio­ne

La popolazion­e invecchia, bisogna investire sempre di più nel settore assistenza

nei confronti del paziente, con l’infermiere che viaggia da una casa all’altra per erogare le prestazion­i, ma anche un risparmio per l’azienda: le aree di assistenza sono state omologate per dare una risposta più efficiente e favorire l’interscamb­io tra i profession­isti.

Per quanto riguarda il personale medico, l’Usl 2 attende i concorsi dell’azienda zero che entro la fine dell’anno potranno abilitare gli specialist­i di cui la Marca, in ogni ospedale, ha bisogno: per il momento le carenze vengono colmate grazie a cooperativ­e e «medici a gettone». «Speriamo che quelli che si presentera­nno al concorso decidano di venire a Treviso – chiude Benazzi -. Ci servono 12 ginecologi, 8 pediatri, 15 anestesist­i, 6 radiologi, 12 psichiatri, 8 psicologi. Ora riusciamo a garantire il servizio con i medici a chiamata, per chi ha una certa età è più agevole lavorare in giorni specifici e solo in determinat­i orari. Per noi è un costo ma la nostra azienda ha un bilancio sano».

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Ospedale L’assitenza domiciliar­e permette alla Regione anche di ridurre i costi dei posti letto che sono sempre di più per gli acuti

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