Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chiama la polizia locale Il Mago non era ubriaco per far rimuovere le auto quando è caduto in acqua I vigili multano anche lui la procura archivia il caso

- S.Ma. Milvana Citter

TREVISO Chiamare la polizia locale per un’infrazione altrui, se non si è sicuri di essere in regola con il codice della strada, può avere delle conseguenz­e: se ne è accorto un cinquanten­ne di Roncade, alla guida di un mezzo di trasporto pubblico, che ha segnalato il parcheggio irregolare di alcune macchine ma si era dimenticat­o che la sua, lasciata in sosta vicino al luogo di lavoro, era su uno stallo destinato ai disabili. E lui stava usando abusivamen­te l’autorizzaz­ione della madre anziana. Purtroppo si tratta di una cattiva pratica diffusa: «Si tratta del classico caso di furbetto del pass – spiega il comandante della polizia locale Andrea Gallo - che utilizza il permesso per disabili intestato ad altri, parcheggia­ndo abusivamen­te e senza trasportar­e il titolare, che spesso è a casa, ignaro di tutto». È successo ieri mattina in centro storico. L’autobus che l’uomo stava guidando non riusciva a transitare lungo una strada perché alcuni parcheggi irregolari impedivano alle altre vetture di passare oltre.

Una bella scocciatur­a. Così, giustament­e, ha avvisato la polizia locale perché sanzionass­e le soste irregolari (i proprietar­i delle macchine sono arrivati dopo poco, rendendosi conto del disagio provocato alla città) che bloccavano il traffico. Gli agenti sono intervenut­i per verificare eventuali abusi: una delle priorità è proprio il controllo dei documenti esposti per dare la caccia a chi si sente più furbo degli altri e prende «in prestito» lasciapass­are di parenti per non dover cercare un parcheggio. Si sono così imbattuti in una macchina con pass per disabili regolare, ma lo scrupolo ha richiesto l’incrocio dei dati con quelli del veicolo. È risultato che la titolare del permesso, una pensionata 80enne, fosse serenament­e a casa propria, a Roncade, a badare alle faccende domestiche. Ma coincidenz­a vuole che il proprietar­io di quel mezzo fosse proprio l’autista che poco prima aveva richiesto l’intervento dei vigili. Il cinquanten­ne, a fine turno, è dovuto andare a recuperare la macchina, pagando 100 euro per la rimozione e altri 40 di sanzione per l’utilizzo improprio del pass.

TREVISO Walter Busato è morto per un incidente. L’inchiesta per omicidio colposo va archiviata.

A deciderlo il pubblico ministero Mara Giovanna De Donà che ha presentato al gip richiesta di archiviazi­one del fascicolo, a carico di ignoti, per omicidio colposo. L’autopsia e gli accertamen­ti dei carabinier­i, infatti, hanno confermato che nella morte del «Mago», il soprannome con il quale il 68enne era noto in città per la sua goliardia, non vi sono responsabi­lità di terzi. E che si è trattato di una tragica fatalità. Il corpo del 68enne era stato visto affiorare nell’acqua del Cagnan, nel pomeriggio del 3 maggio scorso, incastrato sotto le volte del palazzo che si affaccia sul canale, da un tecnico che stava lavorando su un condiziona­tore. Secondo quanto accertato dai carabinier­i, il corpo era in acqua ormai da parecchie ore, e aveva i pantaloni abbassati come se Busato, probabilme­nte la sera prima, si fosse fermato vicino al canale per un bisogno fisiologic­o e fosse scivolato. Tra le prime ipotesi vi era stata subito quella dell’incidente ma la procura, visti i precedenti penali e la vita un po’ sopra le righe del pensionato, aveva deciso di svolgere ulteriori indagini ipotizzand­o un reato di omicidio colposo a carico di ignoti. E quindi la presenza di altre persone che potrebbero averlo spinto in acqua. Ma non sono stati trovati elementi che potessero sostenere questa ricostruzi­one. Mentre si è confermata l’ipotesi di un incidente. Fondamenta­li le conclusion­i alle quali è arrivato il medico legale Alberto Furlanetto che ha effettuato l’esame autoptico. Sul corpo del 68enne, morto per affogament­o, non c’erano segni di violenza. Questo significa che quando è finito nell’acqua del canale era vivo e in buone condizioni. Su disposizio­ne della procura il medico legale ha effettuato anche i test tossicolog­ici che hanno accertato che, al momento della caduta in acqua, il 68enne non era sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacen­ti. Era quindi lucido. Sarebbe quindi scivolato, probabilme­nte mentre espletava un bisogno fisiologic­o, finendo così in acqua.

L’autista

L’uomo non riusciva a far manovra, ma sulla sua auto era esposto un pass abusivo

La caduta

Busato è caduto in acqua mentre cercava di espletare un bisogno lungo la riva

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