Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Popolare di Vicenza, il dirigente della pianificazione «Le baciate? Non sapevamo davvero cosa succedesse»
VICENZA (b.c.) «Io non avevo contezza di cosa accadesse realmente», «erano situazioni un po’ al limite ma non avevo dettagli di quelle operazioni» e ancora «non ho ritenuto di approfondire». Per ore, ieri mattina, in tribunale a Vicenza, nel corso del processo per il crac di Banca popolare di Vicenza, Antonio Fagnani ha risposto così alle domande incalzanti dei pm che gli chiedevano conto delle «baciate». Fagnani era responsabile della direzione pianificazione strategica che faceva capo a Massimiliano Pellegrini, oltre che responsabile dal 2016 del controllo di gestione, quindi della divisione bilancio e pianificazione, di budget e previsioni. In aula è stato fatto risentire l’audio del comitato di direzione di fine 2014 in cui l’allora dg Samuele Sorato riferisce di quegli 1,2 miliardi di finanziamenti (con sottoscrizioni azioni) fatti, della necessità di smantellare quelle operazioni «intoccabili» che rappresentavano un problema e producevano un effetto negativo. E c’è anche una mail in cui si riporta di 43 posizioni «intoccabili» per 205 milioni di euro sul segmento corporative e grandi clienti. E ancora Fagnani ha riferito di Pellegrini, del suo «approccio scrupoloso», di come «non fosse tra i preferiti di Sorato tanto che non lo aveva promosso», aggiungendo «dubito che abbia avuto contezza del fenomeno».