Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Sms, chat, selfie I telefonini in auto vera emergenza»
La comandante della Polstrada del Veneto
PADOVA «Non possiamo permettere che questa strage continui. Sono i nostri ragazzi, abbiamo il dovere di proteggerli...».
Cinzia Ricciardi, comandante della polizia stradale del Veneto, è frastornata dal weekend-nero che ha lasciato sull’asfalto la vita di otto persone. Alte due, ieri. E ancora una volta, il maggiore tributo di sangue arriva dai giovani. «Quest’anno la Polstrada è intervenuta in 67 incidenti mortali - spiega - che hanno causato 69 vittime. I numeri dei nostri interventi sono in linea con quelli del 2018 (64 sinistri, 67 morti,
ndr). Simile l’andamento dei feriti: 3.033 lo scorso anno, 2.809 in questi undici mesi e mezzo. Eppure le statistiche nascondono un dato spaventoso: la recrudescenza, negli ultimi tempi, delle cosiddette “stragi del sabato sera”, che coinvolgono i giovani di ritorno da feste, bar e discoteche».
Quali sono le cause?
«I controlli dimostrano che un conducente su dieci, tra quelli fermati in Veneto, risulta positivo all’alcoltest. Tanti, ma gli ubriachi sono comunque meno rispetto al passato. A preoccupare è invece l’uso di droghe tra i guidatori. Oggi le analisi sono molto più semplici rispetto al passato ed è proprio dai test - spesso eseguiti direttamente al posto di blocco - che emerge un 5 per cento di automobilisti sotto l’effetto di cocaina, hashish e altri stupefacenti. Purtroppo non riusciamo a rilevare la presenza di alcuni tipi di droghe chimiche, come il terribile shaboo».
Alcol e droghe. Quali altri nemici dovete affrontare?
«Una delle principali cause di incidente è l’uso del cellulare. La situazione sta degenerando: una volta si telefonava, ora c’è chi guida chattando o postando selfie sui social. Ho un ricordo terribile, risale a un paio d’anni fa: un’incidente mortale e quell’uomo, un veronese, con il corpo per metà fuori dal parabrezza e la mano destra che ancora stringeva lo smartphone...».
Basta analizzare una goccia di sangue per stanare chi fa uso di alcol o stupefacenti. L’utilizzo dei telefonini alla guida sembra più complicato da dimostrare...
«Negli ultimi tempi, quando interveniamo in seguito a incidenti gravi, quasi sempre sequestriamo il telefonino del conducente e, su ordine delle procure del Veneto, verifichiamo se al momento dello schianto l’automobilista lo stesse utilizzando. Purtroppo spesso è così».
Molti degli incidenti mortali avvenuti in Veneto nelle ultime settimane hanno coinvolto guidatori appena maggiorenni...
«Abbiamo notato che gran parte delle “stragi del sabato sera” avvengono in prossimità di curve, dove è più facile che la vettura perda di aderenza con l’asfalto, specie se reso viscido dall’umidità della notte. Tutti fattori che possono essere sottovalutati da chi ha meno esperienza alla guida. Su questo fronte, un ruolo possono averlo anche i genitori che farebbero bene ad acquistare per i propri figli auto poco potenti e dotate di ottimi pneumatici. Una piccola accortezza di questo tipo, può fare salvare delle vite».
A differenza delle altre regioni industrializzate, in Veneto non ci sono vere e proprie metropoli. Qui le città sono collegate da lunghi assi viari che invitano a premere sull’acceleratore - nei quali si immettono una miriade di stradine.
«Anche questa conformazione urbanistica e infrastrutturale gioca un ruolo. Inoltre, molte strade - specie nel
Trevigiano e nel Rodigino - sono affiancate da grossi alberi: ostacoli di questo tipo, rischiano di traformarsi in trappole fatali per chi perde il controllo dell’auto»
Arrivati a questo punto, come si ferma questa emergenza?
«Ho dato ordine di aumentare i controlli in tutta la regione, durante il periodo festivo, anche con l’impiego di auto in borghese. Ma è chiaro che non basta aggiungere pattuglie per risolvere il problema. È una battaglia che possiamo vincere solo facendo gioco di squadra. I giovani devono riconoscere quando non sono in condizioni di guidare e impedire agli amici di mettersi al volante ubriachi. E anche i genitori devono darci una mano, accompagnando i propri figli nell’apprendimento di come ci si comporta al volante: è un percorso di educazione civica e di capacità di calcolare i rischi ben più lungo di qualsiasi corso di scuolaguida»
Ricciardi Ho dato ordine di aumentare i controlli, specie durante le Feste. Ma serve l’aiuto di tutti, genitori compresi