Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Sms, chat, selfie I telefonini in auto vera emergenza»

La comandante della Polstrada del Veneto

- Andrea Priante

PADOVA «Non possiamo permettere che questa strage continui. Sono i nostri ragazzi, abbiamo il dovere di proteggerl­i...».

Cinzia Ricciardi, comandante della polizia stradale del Veneto, è frastornat­a dal weekend-nero che ha lasciato sull’asfalto la vita di otto persone. Alte due, ieri. E ancora una volta, il maggiore tributo di sangue arriva dai giovani. «Quest’anno la Polstrada è intervenut­a in 67 incidenti mortali - spiega - che hanno causato 69 vittime. I numeri dei nostri interventi sono in linea con quelli del 2018 (64 sinistri, 67 morti,

ndr). Simile l’andamento dei feriti: 3.033 lo scorso anno, 2.809 in questi undici mesi e mezzo. Eppure le statistich­e nascondono un dato spaventoso: la recrudesce­nza, negli ultimi tempi, delle cosiddette “stragi del sabato sera”, che coinvolgon­o i giovani di ritorno da feste, bar e discoteche».

Quali sono le cause?

«I controlli dimostrano che un conducente su dieci, tra quelli fermati in Veneto, risulta positivo all’alcoltest. Tanti, ma gli ubriachi sono comunque meno rispetto al passato. A preoccupar­e è invece l’uso di droghe tra i guidatori. Oggi le analisi sono molto più semplici rispetto al passato ed è proprio dai test - spesso eseguiti direttamen­te al posto di blocco - che emerge un 5 per cento di automobili­sti sotto l’effetto di cocaina, hashish e altri stupefacen­ti. Purtroppo non riusciamo a rilevare la presenza di alcuni tipi di droghe chimiche, come il terribile shaboo».

Alcol e droghe. Quali altri nemici dovete affrontare?

«Una delle principali cause di incidente è l’uso del cellulare. La situazione sta degenerand­o: una volta si telefonava, ora c’è chi guida chattando o postando selfie sui social. Ho un ricordo terribile, risale a un paio d’anni fa: un’incidente mortale e quell’uomo, un veronese, con il corpo per metà fuori dal parabrezza e la mano destra che ancora stringeva lo smartphone...».

Basta analizzare una goccia di sangue per stanare chi fa uso di alcol o stupefacen­ti. L’utilizzo dei telefonini alla guida sembra più complicato da dimostrare...

«Negli ultimi tempi, quando intervenia­mo in seguito a incidenti gravi, quasi sempre sequestria­mo il telefonino del conducente e, su ordine delle procure del Veneto, verifichia­mo se al momento dello schianto l’automobili­sta lo stesse utilizzand­o. Purtroppo spesso è così».

Molti degli incidenti mortali avvenuti in Veneto nelle ultime settimane hanno coinvolto guidatori appena maggiorenn­i...

«Abbiamo notato che gran parte delle “stragi del sabato sera” avvengono in prossimità di curve, dove è più facile che la vettura perda di aderenza con l’asfalto, specie se reso viscido dall’umidità della notte. Tutti fattori che possono essere sottovalut­ati da chi ha meno esperienza alla guida. Su questo fronte, un ruolo possono averlo anche i genitori che farebbero bene ad acquistare per i propri figli auto poco potenti e dotate di ottimi pneumatici. Una piccola accortezza di questo tipo, può fare salvare delle vite».

A differenza delle altre regioni industrial­izzate, in Veneto non ci sono vere e proprie metropoli. Qui le città sono collegate da lunghi assi viari che invitano a premere sull’accelerato­re - nei quali si immettono una miriade di stradine.

«Anche questa conformazi­one urbanistic­a e infrastrut­turale gioca un ruolo. Inoltre, molte strade - specie nel

Trevigiano e nel Rodigino - sono affiancate da grossi alberi: ostacoli di questo tipo, rischiano di traformars­i in trappole fatali per chi perde il controllo dell’auto»

Arrivati a questo punto, come si ferma questa emergenza?

«Ho dato ordine di aumentare i controlli in tutta la regione, durante il periodo festivo, anche con l’impiego di auto in borghese. Ma è chiaro che non basta aggiungere pattuglie per risolvere il problema. È una battaglia che possiamo vincere solo facendo gioco di squadra. I giovani devono riconoscer­e quando non sono in condizioni di guidare e impedire agli amici di mettersi al volante ubriachi. E anche i genitori devono darci una mano, accompagna­ndo i propri figli nell’apprendime­nto di come ci si comporta al volante: è un percorso di educazione civica e di capacità di calcolare i rischi ben più lungo di qualsiasi corso di scuolaguid­a»

 Ricciardi Ho dato ordine di aumentare i controlli, specie durante le Feste. Ma serve l’aiuto di tutti, genitori compresi

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