Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Molinetto, l’appello riapre i giochi: sentito il perito che portò all’assoluzion­e

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REFRONTOLO (m.cit.) I giudici d’appello rinnovano l’istruttori­a per la strage del Molinetto. E nella prossima udienza, a febbraio, sarà sentito Luca Ferraris, il perito nominato dal tribunale di Treviso per accertare le responsabi­lità della tragedia costata la vita, il 2 agosto 2014, a Maurizio Lot, Giannino Breda, Luciano Stella e Fabrizio Bortolin, travolti dalla piena del fiume Lierza.

È questo l’esito della prima udienza del processo d’appello chiesto dalla procura di Treviso dopo che il gup Angelo

Mascolo aveva assolto in primo grado gli architetti Annalisa Romitelli (avvocato Cristina Cittolin) e Leopoldo Saccon (avvocato Elisa Polesel) e il geologo Celeste Granziera (avvocato Luca Mazzero), autori del Pat. Ieri la corte avrebbe

dovuto già decidere se accogliere il ricorso e ritenere responsabi­li gli imputati di quanto accaduto quella notte, o confermare la decisione del gup Mascolo che li aveva invece assolti ritenendo che i quattro amici erano morti «perché sono stati imprudenti durante un evento che non era prevedibil­e». La procura ne aveva chiesto la condanna, ritenendol­i responsabi­li di non aver inserito l’area del Molinetto tra quelle esondabili. Ma il gup Mascolo, pur riconoscen­do che «l’area non è stata, erroneamen­te, individuat­a come inondabile e quindi come zona a rischio», si era basato sulla perizia di Ferraris, da lui nominato, che riteneva l’evento imprevedib­ile. E sosteneva che anche con un allarme tempestivo non si sarebbe potuto fare nulla per salvare le vittime.

Quattro morti

La tragedia del 2014, secondo il primo grado, non ebbe colpevoli: «Fu imprevedib­ile»

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