Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autostrade, Zaia vuole la gestione e rilancia la holding
Revoca concessioni a Benetton, Di Maio insiste
VENEZIA A tener banco alla conferenza stampa di fine an- no in Regione sono soprattut- to le autostrade. Nelle ore in cui il governatore rilanciava con forza l’idea di una holding nordestina con Cav, la società del Passante a gestire anche Pedemontana, da Luigi Di Maio arrivava una nuova vio- lenta bordata contro i Benetton.
Nuova bordata del
VENEZIA Movimento 5 stelle contro i Benetton. Il terreno di scontro è, ancora una volta, l’asfalto di Autostrade per l’Italia. A sferrare il colpo è, dal Libano, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Dopo la morte di 40 persone con il Ponte Morandi, il minimo che possiamo fare è togliere le concessioni ai Benetton, che non hanno fatto manutenzione. Non è la linea del M5s ma quella del governo. È ora di togliere il bancomat che la politica in precedenza gli aveva concesso». E il post comparso ieri sul blog delle Stelle trova accenti altrettanto pesanti citando i membri dei vari Cda delle controllate dei Benetton (Cirino Pomicino e l’ex deputato dalemiano, Nicola Rossi): «Se non sono rapporti incestuosi poco ci manca. Il fatto è che Autostrade per l’Italia, sotto l’attento presidio dei Benetton, ha saputo coltivare davvero bene il rapporto con la politica. Un rapporto lubrificato in ogni ingranaggio, utilizzando sapientemente e costantemente l’olio delle nomine».
Il pressing pentastellato contro Autostrade per tornare a una gestione pubblica della rete infrastrutturale, insomma, riparte, complice la manovra di governo. Nelle stesse ore, senza aver visto le dichiarazioni pentastellate ed evidentemente senza allusioni alla famiglia di Ponzano Veneto, il governatore Luca Zaia, durante il bilancio di fine anno è tornato a parlare di holding del Nordest rivelando come «per l’ennesima volta in due anni» siano sfumati all’ultimo i due emendamenti in manovra che avrebbero consentito a Cav, la società di gestione del Passante, di diventare concessionaria e perno su cui costruire la holding autostradale del Nordest (con tanto digestione della Pedemontana).
Il disegno non è certo una novità e precede ampiamente la tragedia del Ponte Morandi visto che si ritrova già, in nuce, nella prima stesura dell’intesa sull’autonomia. È la prima volta, però, che Zaia e il suo assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, ne parlano diffusamente.
E la coincidenza temporale accende un riflettore su un curioso cortocircuito della politica romana. Da un lato c’è il M5s che reclama a gran voce una gestione pubblica della partita autostradale . Dall’altra c’è il Veneto, regione leghista, che vanta un unicum nel panorama delle concessionarie autostradali: Cav, società al 100% già pubblica che nasce come soggetto di pura gestione del Passante di Mestre con scadenza nel 2032 posseduta a metà da Regione e Anas. Con il vincolo, una volta finite le rate del bond per ripagare il Passante, di destinare al territorio tutto il surplus di utili. Su questa pietra angolare il Veneto sogna la sua holding autostradale...pubblica. E cerca da un paio d’anni di applicare lo schema già attuato per le concessioni di A22 e la ex Autovie Venete, ora Saa, Società Autostradale Alto Adriatico, vale a dire una nuova concessione per altri 30 anni senza gara europea visto che è del tutto pubblica. «Si è persa un’altra buona occasione - dice De Berti - perché avremmo abrogato l’articolo che fa di Cav una società di sola gestione rendendola una concessionaria in grado di seguire anche altre tratte. E, per inciso, questo avrebbe portato investimenti nel Veneziano per un miliardo. Ad aprile, con Danilo Toninelli ancora ministro, pareva cosa fatta, invece...». Zaia insiste: «Siamo pronti per la holding del Nordest con Cav al centro. Non abbiamo rinunciato a questo progetto perché crediamo che il Veneto sia pronto a gestire le sue infrastrutture». E l’8 gennaio De Berti vedrà il ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli . Per tornare alla carica.