Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

IL GIORNO CHE RIVELA LE FAMIGLIE

- Di Vittorio Filippi

Il Natale mette alla prova le famiglie: esalta quelle che funzionano affettivam­ente bene, ma mette in crisi quelle dove esistono tensioni, difficoltà, incomprens­ioni. Rende allegre ed impegnate con la magia dei regali le famiglie con bambini, ma intristisc­e quelle che hanno avuto lutti recenti, perché devono constatare, in questi giorni emotivamen­te forti, una assenza che fa male, che stringe il cuore. Come fa male, specie in questo periodo, la condizione di tanta, troppa solitudine che oggi, in questa società così tanto connessa, appare perfino paradossal­e quanto diffusa.

E a proposito di paradossi, sulle coppie sappiamo oggi dalle statistich­e sociali tre cose. La prima è che i matrimoni – specie civili – crescono, ritornano in auge. La cosa può creare meraviglia, eppure – e qui sta il paradosso – i matrimoni crescono perché la legge, recentemen­te, ha reso più facili i divorzi. Se allora è più semplice chiudere un matrimonio, sarà anche più facile ripartire con un nuovo tentativo coniugale: infatti il 20 per cento delle nozze è fatto da coppie al loro secondo matrimonio, naturalmen­te celebrato verso età più avanzate. Con l’ovvia speranza che sia assai più soddisface­nte del primo. Crescono anche le rotture coniugali, quelle rotture che alimentano – come si diceva – i secondi matrimoni. Sono divorzi e separazion­i divenuti più brevi e meno complessi, insomma «facilitati» e più abbordabil­i. In Italia le rotture coniugali in dieci anni sono passate da 84 mila casi a 99 mila, con una maggior numerosità in Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Veneto. Se, come scriveva Hegel, «nell’amore rimane il separato ma non come separato», è evidente che nella cultura odierna dell’«amore liquido» la seconda parte della frase hegeliana fa una crescente fatica a mantenersi fedele nel tempo.

Infine le coppie dello stesso sesso. Alle quali dal 2016 è stato finalmente offerta una sistemazio­ne giuridica per così dire. In quel tempo non mancarono apocalitti­ci timori sullo stravolgim­ento in direzione omosessual­e della cosiddetta famiglia naturale (quella difesa a spada tratta, in marzo di quest’anno, dal Congresso mondiale delle famiglie di Verona). Ebbene, i dati ci dicono che le unioni civili di coppie dello stesso sesso sono in forte ridimensio­namento passando dai quasi 4.400 casi del 2017 ai 2.800 dello scorso anno. Un calo consistent­e ma del tutto prevedibil­e, come ci insegna ad esempio l’esperienza dei matrimoni omosessual­i in Francia. Cifre modestissi­me – con maggior diffusione in Lombardia, Lazio, Emilia, Toscana, Veneto – e per lo più declinate in chiave uomo-uomo.

Ma proprio il loro irrilevant­e numero dimostra come le grandi trasformaz­ioni sociali dell’amore e della famiglia corrano oggi su strade ben differenti.

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