Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Con tre tocchi di campana San Nicolò torna alla vita

- Di Silvia Madiotto

TREVISO Il punto dominante, a Treviso, è la Torre civica di piazza dei Signori: è nel cuore del centro storico, svetta sui palazzi più simbolici, controlla tutto dai suoi 48 metri. Ma il punto più alto, quello da cui si scorgono le montagne e la laguna, le cupole del Duomo e l’aeroporto Canova, le campagne brune e le sterminate distese di case e strade, è in cima alle strette scale e ai sessanta metri del campanile di San Nicolò, tornato alla luce ieri dopo un lungo restauro struttural­e ed architetto­nico. Tolte le impalcatur­e esterne, completato il cantiere di messa in sicurezza antisismic­a, il primo suono di campana è stato affidato al vescovo Michele Tomasi: tre tocchi a mezzogiorn­o e mezzo per annunciare che il campanile è di nuovo quello che svetta sulla città dal Trecento. Ora l’idea della parrocchia e della Diocesi è aprire al pubblico quello scorcio panoramico. Lo annuncia don Adriano Fardin, l’economo della Curia (a cui spetta l’oneroso compito di far quadrare i bilanci): «Vorremmo rendere il campanile accessibil­e e prevedere anche delle visite guidate». Dalla chiesa alla cima, dalla Sala del Capitolo alle colonne affrescate. E mentre lo diceva, ieri mattina nel silenzio della maestosa navata, l’ultima luce di solstizio si proiettava dalle finestre alla parete dei Santi, riproducen­do un fenomeno visibile solo pochi giorni all’anno, prima di Natale.

È stato impegnato un milione di euro per il restauro del campanile del tempio, addossato alla struttura absidale con un effetto «divaricant­e» sul transetto, per fermarne l’oscillazio­ne; è stato fondamenta­le il contributo dell’8 per mille, un valore di circa trecentomi­la euro. «Sono donazioni dei fedeli e della collettivi­tà – ha detto il vescovo Tomasi -, il campanile è della chiesa e della città, punto di riferiment­o e casa dei trevigiani. Le risorse vengono impegnate nel migliore dei modi e sono sotto, o in questo caso sopra, gli occhi di tutti».

L’ingegnere Diego Malosso sta concludend­o un masterplan preliminar­e per completare il restauro di San Nicolò: «Si comporrà di tre elementi, uno struttural­e sulla vulnerabil­ità della chiesa, uno sull’architettu­ra della liturgia e uno sugli esterni e sulle pertinenze, compreso l’ingresso. Trovandosi in posizione laterale non valorizza abbastanza la navata. Ma potremmo ragionare anche sull’area di accesso alla chiesa, realizzand­o un vero sagrato». Proprio lì, dove oggi c’è un parcheggio che è l’unico introito della parrocchia per le spese vive di gestione della chiesa: difficile che venga cancellato, ma un nuovo look non è escluso. Il solo consolidam­ento del tetto della navata però avrebbe un costo di circa un milione di euro e il vescovo invita a donare alla Chiesa per restaurare un patrimonio inestimabi­le, secolare e insostitui­bile.

Alla benedizion­e del campanile c’era anche il sindaco Mario Conte: «Un intervento straordina­rio che ci regala una visione nuova della città. La nostra idea di sviluppo culturale e turistico di Treviso prevede di mettere in rete tutto il patrimonio artistico, quello religioso, quello del Comune, delle Fondazioni Benetton e Cassamarca, grazie anche al biglietto unico». E la Torre Civica? L’anno scorso il sindaco aveva in progetto di riaprirla e trasformar­la in un punto panoramico: San Nicolò l’ha battuto sul tempo. Ca’ Sugana ha già in mano uno studio di fattibilit­à che ha un costo nettamente inferiore, «importante ma sostenibil­e». Soprattutt­o, si sbilancia il sindaco, in proiezione di una fruibilità della Torre Civica come attrazione turistica.

Un intervento straordina­rio che ci regala una visione nuova della città

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 ??  ?? La torre più alta Con i suoi 60 metri il campanile di San Nicolò è la struttura più alta del centro di Treviso. Ora è stata aperta al pubblico
La torre più alta Con i suoi 60 metri il campanile di San Nicolò è la struttura più alta del centro di Treviso. Ora è stata aperta al pubblico

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