Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bimbo in coma, indagata la madre
Mestrino, il neonato piangeva e la donna, esasperata, l’ha scosso. Ora è in fin di vita
PADOVA Una padovana è indagata per lesioni: avrebbe scosso il figlioletto che piangeva.
PADOVA Un neonato, il suo pianto disperato e inconsolabile a notte fonda, una mamma esasperata e probabilmente molto stanca. È tutto questo che ha portato un bambino di soli 5 mesi in ospedale in condizioni disperate: la notte tra venerdì e sabato sua madre, residente a Mestrino, l’ha scosso così forte da provocargli un arresto cardiocircolatorio. È stato troppo tempo senza ossigeno, e ora è in coma.
Davanti al magistrato e ai carabinieri da donna ha confessato: «Sono stata io, piangeva, l’ho cullato troppo forte». Ora è indagata a piede libero per lesioni gravissime aggravate ma da sabato a oggi il bollettino medico del piccolo è andato peggiorando e le accuse potrebbero diventare molto più pesanti.
A casa della famiglia ieri non c’era nessuno. A difendere la coppia dai curiosi ci sono i parenti: «Non c’è niente da sapere. Non è stata lei, i carabinieri stanno indagando».
Evidentemente anche i più stretti congiunti sanno poco di questa vicenda e alla vigilia di Natale si ritrovano, sconvolti, ad affrontare la tragedia.
Il dramma si è consumato prima dell’alba di sabato. Alle 4.10 è la donna, 29enne di origini vicentine, a chiamare il 118: «Correte il mio bambino non respira». Con lei c’è il marito 37 anni padovano. I sanitari partono convinti di affrontare l’emergenza di un rigurgito, uno strozzamento, e invece il medico di turno capisce subito che qualcosa non torna. Il piccino viene portato via in ambulanza, e vengono avvisati i carabinieri perché è chiaro che in quella stanza azzurra, dipinta di fresco, è successo qualcosa di terribile. La donna viene portata in caserma, la sentono i carabinieri della stazione di Mestrino, i colleghi della Compagnia di Padova e anche il pm Roberto
Piccione, di turno quella notte. Ironia della sorte si tratta dello stesso magistrato che ha condotto le indagini su un caso simile avvenuto nell’Alta Padovana nel settembre del 2016, quando una bambina di 9 mesi fu uccisa dal cugino ventenne che doveva fargli da babysitter e che invece, esasperato dal continuo pianto, ha scosso la piccola Yara fino a provocarle la cosiddetta «baby shake syndrome», la sindrome da bambino scosso che provoca lesioni all’encefalo e neurologiche così pesanti da portare anche alla morte. Yara morì. Ora un altro neonato è in fin di vita.
A quanto pare la 29enne vicentina, incensurata, ha perso la lucidità per pochi secondi. Sembra che il piccolo avesse difficoltà a dormire e, come accade spesso a quell’età, probabilmente quella era stata l’ultima di una lunga serie di notti insonni. La mamma, esaurita dalla stanchezza avrebbe perso il controllo di se stessa scuotendo il piccolo per farlo smettere, poi lo ha appoggiato sul lettino accorgendosi che non respirava più e allora si è ripresa, ha chiamato subito il 118. Infine si è assunta tutta la responsabilità, sollevando ogni colpa dal marito.
Le indagini sulla vita della donna, sul suo stato psicologico, sono affidate al capitano Martino Della Corte, comandante dei carabinieri di Padova, e ai suoi uomini. E ora l’attenzione è sul neonato, che a causa dello scuotimento potrebbe riportare danni permanenti.