Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sirene, sveglia con l’acqua più alta del previsto «Siamo sfiniti»

Nuova allerta e fioccano le polemiche

- Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA Ieri mattina il quarto grido della sirena, quello che annuncia l’arrivo dell’alta marea sopra i 140 centimetri, ha risvegliat­o l’incubo dell’acqua alta eccezional­e a Venezia. Il giorno precedente il Centro Maree aveva previsto un picco tra i 135 e i 140 centimetri. Poi, alle 6.45 di ieri, la rettifica: 150 centimetri sopra il medio mare. E Venezia si è trovata ancora una volta con l’acqua alla gola, a 144 centimetri nel centro storico, allagato per il 65%. Ma non è finita. 140 centimetri di marea sono previsti per oggi, la vigilia. Neppure Natale sarà all’asciutto: in arrivo 115 centimetri. Mentre la città cerca di rilanciare la propria immagine dopo il crollo delle prenotazio­ni alberghier­e del 50%, ricomincia­no a girare le immagini del centro storico a mollo. Un’acqua alta inconsueta quella di ieri, l’ennesima, stranament­e scaldata dal sole. Nelle scorse settimane le ondate di marea hanno flagellato i negozianti, ancora a terra dopo l’acqua granda del 12 novembre. Ieri sono tornate le scene di quei giorni: saracinesc­he abbassate in città. Alcune si sono alzate tra le 11 e mezzogiorn­o, dopo che il peggio era passato. Altre sono rimaste serrate. «Stiamo lavorando con il 40% del fatturato in meno», spiega Federica Penzo, mentre pompa l’acqua fuori dal suo negozio, accanto a San Marco. Paolo Nicolai non è riuscito ad allestire la sua bancarella a Rialto prima di mezzogiorn­o: «Ho 60 anni e non ho mai visto così tante maree e una tale diminuzion­e di clienti», osserva. Il fuggi fuggi dei turisti non aiuta: «La città va avanti, ma siamo noi veneziani ad aver creato il panico pubblicand­o le immagini del 12 novembre sui social – puntualizz­a Marco Mengoni, dietro al bancone della sua pizzeria al taglio a Rialto». Nel frattempo, si sono alzate anche le polemiche. In Piazza San Marco, chi cerca di spingere l’acqua fuori dal proprio negozio con la spatola di gomma schiva le frotte di turisti con le galosce. Diversi esercenti chiedono la chiusura della Piazza nei giorni con maree eccezional­i. «Dei turisti si sono fermati a farmi le foto mentre mi arrotolavo i pantaloni per mettermi gli stivali» osserva Sandra Vianello, dal negozio di bigiotteri­a in cui lavora». Scesa la marea, arriva il grosso dei turisti: «Pentirci di essere venuti con l’acqua alta? No, basta uscire dall’hotel qualche ora più tardi», risponde pragmatica una ragazza cinese. Come lei, una famigliola parigina con gli stivali si gode il cielo azzurro che si apre su una Venezia ancora a mollo. Un gruppo di messicani è deluso: «Stamattina tutti i bar erano chiusi, non potevamo neppure fare un giro in gondola». Il presidente della Municipali­tà di Venezia, Giovanni Andrea Martini attacca il Centro Maree, «che più che un centro di previsione è un centro di constatazi­one di quello che fa la marea». Per il responsabi­le del Centro, Alvise Papa, quella di ieri è stata una variazione imprevedib­ile: «Ieri il vento e la bassa pressione avrebbero dovuto attenuare la marea e invece l’hanno amplificat­a. È un evento anomalo che non siamo ancora in grado di spiegare, ma potrebbe ricapitare. Da tre anni le dinamiche del mare sono cambiate». Mai come nel 2019 si sono registrate così tante maree oltre 110 cm: 17 dal 12 novembre. Per i veneziani è stata un’altra giornata di disagi: traffico acqueo bloccato, vaporetti sospesi e collegamen­ti garantiti solo con le isole. Proprio ieri il Consorzio del Prosecco Doc ha consegnato al sindaco Luigi Brugnaro donazione di 100mila euro per rilanciare l’immagine di una Venezia attiva e pronta ad accogliere i turisti.

 Papa

È un evento anomalo che non siamo in grado di spiegare: potrebbe ricapitare. Da tre anni il mare è cambiato

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(foto Vision) A Rialto L’acqua alta a 144 cm ieri mattina alle 9.40 a Rialto

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