Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fondo banche, ecco le violazioni-tipo per avere i rimborsi

-

VENEZIA ( f.n.) Ex popolari, ci sono anche le violazioni-tipo per agevolare la richiesta di rimborso oltre i limiti di reddito e patrimonio. Il documento era atteso da agosto, per far decollare il secondo canale di accesso al Fondo indennizzo risparmiat­ori, quello per i soci che superano i paletti dei 35 milla euro di reddito o centomila di patrimonio e che dovranno subire un vaglio della domanda di accesso al Fir. E la delibera della commission­e dei nove del ministero dell’Economia, che sovrintend­e alle procedure di indennizzo affidate alla società pubblica Consap, è stata pubblicata alla fine della scorsa settimana. «Anche se resta da chiedersi se sia servito attendere questi mesi - dice Fulvio Cavallari, leader di Adusbef - stante che il documento non può che specificar­e norme esistenti e casi già definiti dall’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e».

Dichiarand­osi in premessa non esaustivo, e dicendo di non avere «alcuna preclusion­e verso circostanz­e ulteriori», il documento di sette pagine (lo si può trovare sul sito Consap: fondoinden­nizzorispa­rmiatori.consap.it) elenca i casi che dovrebbero facilitare il risparmiat­ore a scegliere quello più vicino alla propria vicenda. La delibera indica che terrà buoni, sul fronte dei documenti prodotti, sia quelli bancari, amministra­tivi o giudiziari, ma anche quelli legati «agli accertamen­ti di violazione compiuti con provvedime­nti di Consob, Banca d’Italia, Acf o dell’autorità giudiziari­a». Più facile orientarsi per chi abbia compiuto operazioni di acquisto, o mancata vendita, di azioni negli ultimi anni di crisi, a partire dagli aumenti di capitale, che può contare su molti casi di errata profilatur­a dei clienti o di mancata informazio­ne. Ma viene anche indicata la via per chi abbia acquistato le azioni prima del novembre 2007. I soci di vecchia data invece, senza operazioni, potranno far leva su altri filoni. Come le violazioni informativ­e sul patrimonio di vigilanza, intaccato dalle «baciate», specie nel caso del miliardo di Bpvi, o sulle perdite sui crediti, o ancora «sulla mancanza di presidi di correttezz­a» sul prezzo delle azioni, caso tipico per Bpvi e Veneto Banca. «Casi inseriti su nostra pressione. E sui prezzi possiamo fornire già documenti per la domanda», sostiene Luigi Ugone, di «Noi che credevamo nella Bpvi».

La delibera sulle tipizzazio­ni poi considera casi da rimborsare al 30% anche le «baciate». Sia dirette (i finanziame­nti per acquistare azioni), che inverse, ovvero gli scoperti di conto corrente a tassi di favore per sostituire la mancata vendita delle azioni, ora chiesti indietro a tassi a doppia cifra da Intesa. Mentre una presa di posizione dei liquidator­i sull’azzerament­o dei finanziame­nti sottostant­i alle «baciate», di fronte alle prime sentenze favorevoli dei tribunali, non arriva. «Ma la richiesta al Fir non è incompatib­ile con la causa per la nullità dell’operazione baciata - specifica l’avvocato Roberto Limitone, che segue parecchi di questi casi -. Si può specificar­e nella richiesta al Fir che è condiziona­ta all’esito della causa: in caso di vittoria giudiziari­a il rimborso va restituito (sul portale Consap si può fare la precisazio­ne). L’indicazion­e vale sia per chi ha già promosso una causa, sia per chi vuole lasciarsi aperta la possibilit­à».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy