Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Anima Mundi» Ciardi, De Chirico, Campigli a Cortina
La mostra «Anima Mundi» raccoglie a Cortina i maestri dell’arte italiana tra ‘800 e ‘900 Dai Ciardi e Favretto a De Chirico e Campigli
Uno scialle rosso aranciato o un vistoso cappello piumato, un volto messo a nudo da occhi che parlano, sguardi ammiccanti, enigmatici, stanchi, sereni o tormentati, donne sensuali e di famiglia, in abiti eleganti o da lavoro, tengono in braccio bambini, passeggiano in un giardino autunnale, vivono la quotidianità di un animato campo veneziano o pelano patate in un interno popolare. Donne unite nel segno di un’arte che deve parlare al cuore, emozionare, coinvolgere la gente che vi si vede raffigurata nei modi del suo vivere. Inizia così la narrazione di «Anima Mundi. Il sentimento del colore, 1850-1950», la mostra allestita fino al 2 febbraio al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi delle Regole D’Ampezzo di Cortina (www.musei.regole.it), che evocando nel titolo il concetto di Platone di un’anima universale racconta, attraverso 80 opere, l’avventura artistica di un gruppo di pittori a cavallo tra Otto e Novecento. Autori che ricercavano nelle loro tele, anche inventandolo, il bello nel vero. Dal ritratto al paesaggio e alla nobiltà del lavoro, colorando la vita, miscelando nella visione autentico e ideale. Organizzata dal museo cortinese con Enrico Gallerie d’Arte Milano e Demarco Arte Venezia, la rassegna curata da Stefano Cecchetto accoglie il visitatore col Refugium peccatorum di Luigi Nono: la figura femminile in primo piano è inginocchiata, quasi prostrata a terra e piange la sua colpa davanti alla statua della Vergine posta sulla balaustra davanti al Duomo di Chioggia. Sfilano alcuni capolavori di Ettore Tito, Giacomo Favretto, Antonio Mancini, Federico Zandomeneghi, Alessandro Milesi, Cesare Laurenti, Giovanni Boldini e la sua Madame X; fino a due ritratti degli anni Venti del Novecento di Virgilio Guidi: Ritratto della fidanzata (Adriana) e Ritratto di giovane russa. Una sezione della mostra attraversa il Novecento in compagnia di quattro figure femminili che hanno saputo imprimere una svolta al linguaggio pittorico interiorizzando la luce e il colore: Rosetta Fontanarosa, Alis Levi, Lina Rosso ed Emma Ciardi, con quelle sue Venezie trasognate, crepuscoli baluginanti e vedute diafane che hanno intrapreso la via della destrutturazione figurativa.
Al primo piano, va in scena lo spettacolo del paesaggio, introdotto da Il lago di Alleghe del 1893 di Ettore Tito, «dove l’artista rivela l’accentuato naturalismo di un’incantevole “poetica del vero”»,
marca il curatore. Dai panorami di Guglielmo e Beppe Ciardi, Angelo Morbelli, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis e Massimo Campigli, dalle alture rosate alle marine dorate, una particolare attenzione è rivolta al fascino della neve: ecco Milano sotto la neve» di Mosé Bianchi, Bacino di San Marco con neve di Marco Novati e Omaggio a Cortina di Saverio Rampin. La tematica del lavoro si sviluppa invece dentro una pittura che diventa cronaca della vita di ogni giorno, dalla Venditrice di uccelli e La bottega del fioraio di Giacomo Favretto fino all’indagine sul Novecento con i
Carabinieri a cavallo di Virgilio Guidi, La costruzione del
Ponte della libertà di Fioravante Seibezzi e la forza del realismo di Armando Pizzinato
con Scaricatori di carbone e Operai sull’impalcatura.
L’esposizione si conclude con quattro artisti contemporanei. Andrés David Carrara documenta una realtà trasfigurata dal silenzio metafisico dei luoghi. Leonardo D’Este indaga nell’intimo di soggetti vulnerabili mentre Serena Nono presenta paesaggi dell’inconscio dalle suggestioni oniriche ricalcando il dripping di Pollock e le vibranti tessiture di Anselm Kiefer. Infine, Beppe Saretta evoca una pittura ricca di allusioni e di paesaggi interiori.